I volontari partiti la settimana scorsa dal Ticino per l’Abruzzo hanno chiesto più mezzi per proseguire con le operazioni di soccorso. Lunedì è quindi partito un terzo convoglio che comprende tra l'altro due frese del Cantone e dodici nuovi volontari, per dare man forte ai ticinesi già presenti nelle zone colpite dal terremoto e dalle valanghe.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (Quotidiano e TG del 23.01.2017)
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Le due frese cingolate, normalmente impiegate verso aprile per liberare i passi alpini della Novena e del San Gottardo (Tremola), sono dirette in Abruzzo insieme a due generatori, una cisterna e una terza fresa messa a disposizione da un privato.
I volontari in viaggio verso le zone terremotate sono 12: l’appello lanciato domenica sera era per 4 macchinisti volontari, ma col passaparola su Facebook se ne sono presentati il triplo.
Tra di essi, c’è chi ha già esperienze e non teme particolari difficoltà, come Alberto Buletti, abituato a operare sul San Gottardo con 10 metri di neve: “Quattro metri non dovrebbero essere un problema, l’importante è che non ci siano valanghe”.
Le valanghe sono un rischio da non sottovalutare per i volontari, che si aggiungono a quelli già attivi a Castelli e Pietracamela.
Le frese serviranno a rendere agibile la strada verso Prati di Tivo, dove sono rimaste isolate diverse persone.
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