Riscoprire il mondo che fu attraverso i quaderni di scuola
A Milano vi è un archivio un po' speciale: qui non sono conservati preziosi documenti antichi, bensì i quaderni di scuola di allievi provenienti da 33 paesi del mondo e datati dalla fine del Settecento ai primi anni 2000.
Quaderni a quadretti o a righe, di misura grande o piccola, stropicciati o nuovi, disordinati o ben tenuti: è su queste pagine che da sempre si costruisce gran parte del sapere di ogni studente, alla prese con la propria formazione.
Da adulti, poterle sfogliare di nuovo è un’opportunità considerevole e allo stesso tempo emozionante soprattutto perché permette di osservarsi a distanza di anni, scorgere cambiamenti, recuperare istanti e sensazioni dimenticate. In ogni caso leggere un vecchio quaderno, anche se non il proprio, è un’esperienza singolare e l’Archivio dei Quaderni di scuolaCollegamento esterno di Milano nasce anche per questo: valorizzare l’esperienza educativa, a testimonianza di un passato (dal più al meno recente) in grado di raccontarci i cambiamenti delle società, sotto la lente d’ingrandimento della scuola.
Non si tratta infatti di mera conservazione di oggetti del passato: attraverso la lettura di questi quaderni emergono aspetti culturali e sociali per nulla secondari. I quaderni possono essere “letti” in tanti modi – spiegano Thomas Pololi e Anna Ronchi, che hanno creato a Milano l’Archivio dei Quaderni di scuola – ognuno infatti racconta qualcosa: c’è l’aspetto estetico (copertine, grafia, disegni), la componente storico/educativa (da cui emerge soprattutto l’”imprinting” che la società e la politica, in diversi periodi storici, hanno cercato di dare alle nuove generazioni – in senso positivo ma anche in senso negativo, se pensiamo ai regimi autoritari ad esempio), e poi, quasi sommerso dal resto ma comunque presente, il racconto individuale dei bambini del passato.
Forse è quest’ultima componente che a noi affascina di più, perché i quaderni aprono finestre su “mondi bambini” ormai scomparsi e che altrimenti sarebbero inaccessibili. Trovare racconti personali e “segni” di bambini così lontani, nel tempo e nello spazio, per noi significa poter salvare e trasmettere ai lettori del presente e del futuro una testimonianza unica e preziosa.
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