L’industriale svizzero che fondò l’FC Internazionale
La sera del 9 marzo 1908 al Ristorante l’Orologio di Milano, un gruppo di giocatori del Milan decide di abbandonare la squadra per fondarne una nuova. Il motivo? Il Milan non voleva tesserare un giocatore straniero.
Nacque così il Football Club Internazionale una delle squadre più titolate d’Italia per mano anche di cittadini svizzeri. Sette undicesimi della squadra che scese in campo la prima volta, infatti, provenivano dalla Confederazione.
Uno di loro era Ugo Rietmann (insieme a suo fratello Hans) nato in Ticino e che si trasferì a Milano molto giovane. Imprenditore tessile, arbitro, fondatore della Lega Italiana arbitri, l’uomo di Inter morì, “perché se la prendeva troppo per il gioco”, come racconta oggi, 112 anni dopo, la nipote Raffaella Rietmann.
“La famiglia del nonno veniva dalla Svizzera tedesca e si occupava di tessuti. Quando decise di ampliare il proprio business al mercato italiano, una parte della famiglia si spostò a Milano”, spiega a tvsvizzera.it.
“Poi, per amore della nonna, si convertì alla religione cattolica e rinunciò alla cittadinanza svizzera. Cosa di cui si è sempre pentito. Tanto che mantenendo ancora molti rapporti con la Madrepatria, aveva posto come condizione che i suoi nipoti dovessero nascere in Svizzera. Purtroppo lui morì poco prima che noi nascessimo: e così, io e mio fratello, siamo nati a Milano”.
Ecco l’intervista a Raffaella Rietmann.
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