Una valanga di firme per cambiare la legge italiana sulla cittadinanza
Le sottoscrizioni necessarie per indire un referendum sono state raccolte in tempi record (grazie anche alle piattaforme online), oltrepassando di molto le 500'000 necessarie. Ora starà al popolo decidere alle urne se ridurre da dieci a cinque gli anni di residenza ininterrotta in Italia prima che le persone straniere possano presentare domanda di naturalizzazione.
Venerdì 20 settembre non erano ancora state raggiunte le 100’000 sottoscrizioni, martedì 24, invece, sono state superate le 560’000. Stiamo parlando del referendum sulla cittadinanza la cui raccolta firmeCollegamento esterno è stata lanciata il 6 settembre e rimarrà aperta fino alla fine del mese.
Il testo proposto dal deputato del partito italiano Più Europa Riccardo Magi – e poi sostenuto oltre che da tutto il suo partito e da varie associazioni anche da Radicali italiani, Partito socialista italiano, Possibile e Rifondazione comunista – chiedeCollegamento esterno che gli anni di residenza legale in Italia, richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza, vengano ridotti dagli attuali dieci a cinque, così come prevedeva la stessa legge italiana fino al 1992 e come richiedono gran parte degli Stati europei.
Una volta ottenuta la cittadinanza, indica ancora il testo, questa sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni. Sono complessivamente circa 2,5 milioni le persone in Italia che otterrebbero così diritto a naturalizzarsi.
Il primo passo verso il voto
La raccolta delle firme (ne sono necessarie 500’000 valide – ossia di cittadine e cittadini con diritto di voto – per indire il referendum) rappresenta solo un primo passo, sarà poi tutta la popolazione con diritto di voto a potersi esprimere sul tema.
Certo è che, nella storia dei referendum italiani – un’ottantina quelli tenuti dal 1946 (quando si scelse tra monarchia e repubblica) ad oggi – non si era mai riscontrato un picco di interesse così repentino da raccogliere quasi tutte le sottoscrizioni in una manciata di giorni.
La legge attuale italianaCollegamento esterno per ottenere la cittadinanza risale al 1992 e prevede tre possibilità: la cittadinanza per naturalizzazione, quella per matrimonio, oppure per nascita. Nel primo caso la cittadinanza può essere concessa a 18 anni e dopo dieci anni di residenza legale e ininterrotta nel Paese; nel secondo caso viene concessa a una persona straniera che si sposa con una già in possesso di cittadinanza italiana, dopo una residenza di due anni dal matrimonio. Cittadina e cittadino per nascita sono coloro che nascono da padre e/o madre cittadini italiani.
Il conteggio delle sottoscrizioni
La verifica della validità delle firme verrà eseguita una volta chiusa la raccolta, quindi dopo il 30 settembre. L’eventualità che quelle legittime non siano sufficienti, siano cioè meno di 500’000, è tuttavia scarsa.
Questo non solo perché ci sono ancora sei giorni per sottoscrivere l’iniziativa; ma anche perché la raccolta delle firme online sulla piattaformaCollegamento esterno del Governo prevede già l’autenticazione con il Sistema pubblico di identità digitale (SPIDCollegamento esterno) o con la carta di identità elettronica.
+ Per approfondire: “L’identità elettronica faciliterà la vita di svizzeri e svizzere all’estero”.
Svizzera un passo indietro
Un metodo che vede l’Italia un passo avanti rispetto alla Svizzera, dove non c’è ancora un’identità digitale ufficiale che permetterebbe operazioni di questo tipo.
I cittadini e le cittadine della Confederazione sono infatti stati chiamati ad esprimersi sulla cosiddetta e-ID nel marzo del 2021Collegamento esterno, la votazione popolare affossò tuttavia il progetto. A segnare la bocciatura era stato in particolar modo il fatto che, in base a quella proposta, le identità elettroniche non sarebbero state gestite dallo Stato ma da privati.
Nel novembre del 2023 il Governo federale ha presentato un nuovo progetto di identità digitale che dovrebbe essere disponibile in Svizzera dal 2026.
Sito momentaneamente in tilt
I mezzi digitali di accesso alla firma potrebbero tra l’altro essere tra i fattori che hanno favorito questo exploit di sottoscrizioni per il referendum sulla cittadinanza.
Altri sviluppi
La lotta di Insaf Dimassi per diventare italiana
Ma non sono l’unico. Oltre al sostegno delle e degli esponenti della politica favorevoli, il referendum sulla cittadinanza ha mosso un vasto numero di rappresentanti della cultura, dello sport e molti influencer che hanno invitato i propri sostenitori e sostenitrici a sottoscrivere il testo.
Tra i volti noti ci sono lo storico Alessandro Barbero, il fumettista Zerocalcare, lo scrittore Roberto Saviano, il regista Matteo Garrone, le cantanti Levante, Malika Ayane e il loro collega Ghali.
L’eco è stata tale da bloccare, nel corso della giornata di lunedì, il sito su cui vengono raccolte le sottoscrizioni. “Stavamo viaggiando a un ritmo di circa 10’000 firme all’ora quando la piattaforma pubblica per la raccolta firme del Ministero della giustizia è andata in tilt… per le troppe firme”, ha detto Magi citato dalla stampa italiana.
Il sistema è stato poi ripristinato e in una nota il Ministero ha confermato che il blocco è stato causato da “una richiesta eccezionale di accessi che ha portato a oltre 60’000 tentativi in un’ora”.
“Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?”.
Lo scopo dell’iniziativa
“Questa semplice modifica rappresenterebbe una conquista decisiva per la vita di molti cittadini di origine straniera (secondo le stime si tratterebbe di circa 2’500’000 persone) che, in questo Paese, non solo nascono e crescono, ma da anni vi abitano, lavorano e contribuiscono alla sua crescita”, si legge sul sito promotore.
“Il referendum vuole allineare l’Italia ai maggiori Paesi europei che hanno già compreso come promuovere diritti, tutele e opportunità garantisca ricchezza e crescita per l’intero Paese”.
Cosa avviene in Svizzera
Anche nella Confederazione, un cittadino straniero o una cittadina straniera possono presentare domanda di naturalizzazione dopo aver vissuto dieci anni in Svizzera. Questo periodo di tempo non deve tuttavia essere consecutivo.
Inoltre, quella sopra descritta è la procedura ordinariaCollegamento esterno. Ci sono diversi casi nei quali si può invece ricorrere alla procedura agevolata, come chi si sposaCollegamento esterno con una o un cittadino elvetico, chi fa parte della terza generazioneCollegamento esterno di stranieri in Svizzera o chi è apolideCollegamento esterno.
+ Per approfondire: “Come diventare svizzeri”.
In determinati casi, anche i figli e le figlie nati stranieri, ma di almeno un genitore cittadino svizzero possono beneficiare di una naturalizzazione agevolata. La proceduraCollegamento esterno distingue tuttavia se la famiglia vive in Svizzera o all’estero.
Schiere di nuovi vecchi italiani all’estero
In Italia, come detto, la legge prevede che una persona è italiana se lo è almeno uno dei genitori. È a questo che si riferisce il termine latino ius sanguinis (“diritto di sangue”). C’è però anche un’altra possibilità ed è rivolta a coloro che hanno avuto negli ultimi 150 anni un avo italiano che non rinunciò alla sua cittadinanza italiana.
La legge italiana riconosce cioè come cittadini italiani tutti coloro che hanno almeno un genitore italiano o che possano dimostrare di aver avuto un avo italiano, anche se non sono nati in Italia, non sono mai stati in Italia e non parlano italiano.
Il fatto che persone mai vissute in Italia e che non parlano la lingua abbiano più dirittiCollegamento esterno di qualcuno che è cresciuto nel Paese e non ha altra casa è stato uno degli argomenti forti dei dibattiti sulla cittadinanza.
Meloni: “Dieci anni un tempo congruo”
Una volta oltrepassato il mezzo milione di firme, da New York, anche la presidentessa del Consiglio Giorgia Meloni ha commentatoCollegamento esterno la notizia: “Ritengo che dieci anni siano un tempo congruo per la cittadinanza e che l’Italia abbia una ottima legge, non vedo quindi la necessità di cambiarla. Se poi c’è il referendum, è democrazia e devono decidere gli italiani”.
Interpellato a sua volta dalla stampa per una reazione, Riccardo Magi asserisce che italiane e italiani “dimostrano una grande voglia di partecipazione e di non essere rassegnati al modo ideologico con cui questo Governo tratta temi centrali per il futuro del Paese”.
Magi invita tuttavia chi ne avesse intenzione e non l’ha ancora fatto, di non rinunciare a sottoscrivere l’iniziativa in maniera da dare maggiore forza al testo.
I prossimi passi
La proposta di legge dovrà ora – presumibilmente a febbraio – superare il vaglio di ammissibilità della Corte costituzionale. Dopodiché, in primavera, si potrebbe tenere il voto al referendum.
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