Spari a Mosca dopo il “punto” annuale di Putin
Una persona ha assaltato giovedì a Mosca la sede dei servizi di sicurezza interni russi (FSB). L'aggressore, inizialmente riuscito a fuggire, è stato ucciso. Nella sparatoria è morto un vigile urbano che era in servizio di fronte all'entrata e due agenti dei servizi sono rimasti gravemente feriti. L'attentato è avvenuto a poche ore dalla conferenza stampa di fine anno del presidente Putin.
A confermare la notizia è stato lo stesso Servizio di sicurezza federale, chiarendo che il fuoco è stato aperto all’ingresso del palazzo dell’FSB a Lubyanka, nel centro della capitale russa.
L’attacco è stato classificato come terroristico. Inizialmente, l’agenzia Moskya aveva riferito di tre assalitori (di cui due fermati) ma tale versione è stata in seguito smentita dai Servizi.
L’area è zeppa di negozi e ristoranti. Dopo l’attacco è stata isolata ed è stata sospesa la copertura di telefonia mobile.
Putin e i mandati
Nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, il presidente Vladimir Putin si è soffermato tra l’altro sulla Costituzione. Alla Russia non ne serve una nuova, ha detto, ma alcuni emendamenti sono “possibili”, benché non alle “disposizioni fondamentali”.
Il capo di Stato trova “abbastanza ragionevole che gli attuali partiti sollevino la questione dell’aumento dei poteri del Parlamento” e ha dichiarato che la clausola che vieta di servire come presidente per più di due mandati “consecutivi” potrebbe “essere rimossa”.
Parole ambigue che danno luogo a due interpretazioni opposte. Se fosse eliminato solo il termine “consecutivi”, Putin non sarebbe mai più presidente dopo il 2024. Se invece fosse cancellata l’intera clausola, potrebbe restarlo per sempre.
Putin ha rivelato inoltre che la Russia aiuterà la Cina a sviluppare un sistema difensivo di allarme contro gli attacchi missilistici. “Non si tratta di un sistema d’attacco”, ha spiegato, “ma di avvertimento, che funziona cioè in caso di aggressione”. “Solo gli USA e la Russia al momento possiedono sistemi del genere”, ha aggiunto.
Il presidente russo si è anche espresso sul mausoleo di Lenin sulla Piazza Rossa: il corpo imbalsamato del rivoluzionario deve rimanere al suo posto “almeno finché avremo così tante persone che collegano le loro vite a questo, alle conquiste del passato, degli anni sovietici”, ha osservato.
Putin, che in passato ha definito il crollo dell’Unione sovietica la peggior catastrofe geopolitica del XX secolo, ha però criticato il leader bolscevico per aver costruito l’URSS come confederazione di repubbliche su base etnica, che non sempre corrispondevano alla dislocazione geografica delle comunità generando numerosi “punti di pressione”.
Inoltre, ha spiegato, lo Stato sovietico era troppo legato al partito comunista e così “non appena il partito cominciò a spezzarsi, sgretolarsi, anche il Paese iniziò a sgretolarsi”.
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