Sale la fattura dei gilet gialli
Anche nel corso dell’ultimo fine settimana 136'000 gilet gialli sono scesi per strada in Francia per protestare contro la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e in particolare per il contestato rincaro dei carburanti.
Se da un lato non si sono registrate violenze analoghe a quelle della settimana passata attorno all’Arco di trionfo, dall’altro i danni materiali sono stati assai più ingenti. A questo va aggiunto il fatto che numerosi negozi hanno tenuto le serrande abbassate in un fine settimana all’insegna degli acquisti, che cade in un periodo cruciale per l’andamento del fatturato annuale.
Per il ministro dell’economia Bruno Le Maire, che ha parlato esplicitamente di “crisi della nazione”, gli scontri e le chiusure di questi giorni sono “una catastrofe” per la Francia. “E’ un periodo in cui normalmente il commercio va bene”, si è rammaricato Le Maire, e per questo motivo “dobbiamo attenderci un nuovo rallentamento del Pil entro la fine dell’anno”.
In questo delicato contesto hannno creato un certo sconcerto i lunghi silenzi di Emmanuel Macron sulla vertenza e da più parti viene chiesto un suo intervento sulla crisi. La promessa di una marcia indietro parziale del governo sul prezzo dei carburanti non sembra almeno per ora in grado di disinnescare le virulenti proteste. E c’è attesa per un possibile intervento dell’Eliseo previsto a inizio settimana. Il presidente dovrebbe intervenire con un discorso alla televisione nel corso della giornata di lunedì.
Intanto il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian ha risposto piccato al presidente americano Donald Trump, autore di alcuni immancabili tweet sui gilet gialli: “Non ci immischiamo nei dibattiti americani, ci lasci vivere la nostra vita di nazione”.
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