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Sudafrica, 30 anni fa Nelson Mandela usciva dal carcere

Trent’anni fa, Nelson Mandela è rilasciato dopo 27 anni di carcere. Quasi istantaneamente, infiamma gli animi del Sudafrica e del mondo per porre fine al brutale regime di oppressione razziale dell’apartheid. 
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È l’11 febbraio del 1990, il 71enne Nelson Mandela alza il pugno davanti alle porte del carcere Victor Vester. Con questo gesto è subito chiaro che avrebbe continuato a lottare per porre fine all’apartheid.

Il suo rilascio è l’occasione per molti sudafricani di vedere Mandela per la prima volta, nonostante il suo nome fosse da tempo sinonimo di lotta all’apartheid. Durante la prigionia, la pubblicazione di sue foto o di suoi discorsi era infatti vietata. D’un tratto tutto cambia, e Mandela è dovunque.

Poche ore dopo essere uscito di prigione, davanti al municipio di Cape Town, si rivolge alla folla che saluta “in nome della pace, della democrazia e della libertà per tutti”. Le sue parole in questa occasione saranno ricordate come “il discorso che diede vita a una nazione”.  

Solo quattro anni più tardi, Mandela diventa presidente del Sudafrica durante le prime elezioni aperte a tutti. Sotto la sua guida il paese intraprende la via che decreta la fine di decenni di divisioni e discriminazioni imposte con la violenza.

Mandela con il pugno alzato, folla sullo sfondo.
Una folla oceanica si reca allo stadio di Soweto per ascoltare le parole di Mandela due giorni dopo il suo rilascio. Keystone / Udo Weitz
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Durante la presidenza di Mandela, il Sudafrica si dota di una Costituzione che viene universalmente lodata per l’importanza data alla parità di diritti. È anche la prima Carta fondamentale che difende esplicitamente i diritti degli omosessuali.

È poi istituito un Tribunale straordinario (la Truth and Reconciliation Commission) che avrà il duro e doloroso compito di portare alla luce i soprusi commessi durante l’apartheid, di risarcire le vittime e tentare di farle riconciliare con chi invece, in seno al regime, i soprusi li aveva commessi.

Nonostante gli enormi traguardi raggiunti per porre fine alle discriminazioni, che sono valsi a Mandela il premio Nobel per la pace, ancora oggi il Sudafrica è confrontato con seri problemi, eredità dell’apartheid.

“L’Ineguaglianza, specialmente quella definita dalla razza e dal sesso resta tra le più alte al mondo”, si è rammaricato l’attuale presidente Cyril Ramaphosa. “La violenza, inclusa quella nei confronti delle donne, continua a devastare le nostre comunità”. Mandela resta ancora un esempio da seguire, ha detto.

Una delle principali problematiche ancora attuali in Sudafrica è la distribuzione dei terreni agricoli. Approfondiamo la questione in questo servizio della Radiotelevisione svizzera:

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