Il più grande accordo di libero scambio
Quindici Paesi dell'Asia-Pacifico hanno firmato il più grande accordo di libero scambio al mondo, visto come un'occasione per la Cina di estendere la propria influenza.
Il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) include le 10 economie dell’Asean (Filippine, Indonesia, Malaysia, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Birmania, Laos e Cambogia) insieme a Cina, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia, rappresentando il 30% circa del PIL globale.
Proposto per la prima volta nel 2012, l’accordo è stato siglato alla fine di un vertice dei Paesi del sudest asiatico, con diversi leader impegnati a risollevare le economie colpite dalla pandemia del Covid-19. L’India non ha firmato sui timori di un aumento del suo deficit commerciale con la Cina, ma potrebbe aderire in un secondo momento.
L’accordo comprende 20 capitoli di regole che coprono dal commercio di beni, investimenti e commercio elettronico alla proprietà intellettuale e agli appalti pubblici, con l’obiettivo di aumentare l’interazione economica basata su regole tra i membri, con la prospettiva di entrare in vigore quando tutti i firmatari lo avranno ratificato.
Pietra miliare
L’intesa è considerata una significativa pietra miliare per la regione, a maggior ragione in vista della ripresa post pandemia del Covid-19. “La firma del Rcep non è solo un traguardo epocale nella cooperazione nell’Asia orientale, ma è anche una vittoria del multilateralismo e del libero scambio”, ha commentato il premier cinese Li Keqiang.
Si sono spinti oltre i media ufficiali di Pechino: il successo del “mega accordo Rcep è una vittoria per il multilateralismo e il libero scambio, con Paesi, compresi gli alleati degli Usa, che hanno assestato un colpo al protezionismo e al bullismo economico perseguito dagli Usa e da altri”, ha scritto il tabloid nazionalista Global Times, aggiungendo su Twitter che “il Rcep aiuterà la regione dell’Asia-Pacifico a prendere la leadership globale nella ripresa post Covid-19 e a ridurre l’egemonia Usa nella regione”.
Il servizio del tg:
tvsvizzera.it/fra con RSI
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