Il fondatore di Wikileaks Julian Assange sarà interrogato il prossimo 17 ottobre all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra – dove è riparato per sfuggire alla giustizia svedese, britannica e statunitense – nell’ambito del procedimento che lo vede indagato per presunto stupro. Due donne sostengono infatti di aver subito violenze sessuali nel 2010 ma il famoso hacker ha sempre respinto ogni accusa.
In ogni caso già venerdì potrebbe cadere il mandato di cattura internazionale che pende sul suo capo da 5 anni, se la Corte d’appello di Stoccolma accoglierà il suo ricorso. Ma gli Stati Uniti intendono sempre processarlo per spionaggio, dopo la pubblicazione nel 2010 di migliaia di file riservati su Wikileaks. Mentre Assange ha promesso rivelazioni scottanti su Hillary Clinton nel bel mezzo della campagna presidenziale USA.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Per il NYT Assange aiuta la Russia
Questo contenuto è stato pubblicato al
A ispirare Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, sarebbero stati i servizi segreti russi, secondo quanto sostiene l’inchiesta giornalistica pubblicata oggi dal New York Times. In definitiva per il quotidiano statunitense il celebre hacker, che si trova confinato nell’ambasciata ecuadoregna di Londra, sarebbe eterodiretto da Mosca allo scopo di colpire gli interessi USA. A testimonianza…
ONU con Assange, “illegittima la sua detenzione forzata”
Questo contenuto è stato pubblicato al
L’ONU ha dato ragione a Julian Assange. Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite, incaricato di valutare la situazione del fondatore di Wikileaks, ha ritenuto illegittima la detenzione forzata del 44enne. Da oltre 3 anni, infatti, Julian Assange vive rifugiato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra per evitare l’estradizione in Svezia, dove é accusato di stupro. Sia…
Julian Assange, “accetto arresto se perdo causa all’Onu”
Questo contenuto è stato pubblicato al
“Se l’Onu dovesse annunciare che ho perso il mio caso contro Gran Bretagna e Svezia, uscirò dall’ambasciata a mezzogiorno di venerdì per accettare l’arresto da parte della Polizia britannica in quanto non ci sarebbe più una prospettiva di appello. Se tuttavia dovessi avere la meglio, mi aspetto l’immediata restituzione del mio passaporto e la fine…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.