Si chiude in un’atmosfera tesa il primo giorno di colloqui di pace sulla Siria, lunedì ad Astana in Kazakistan. I negoziatori del governo siriano e i rappresentanti dei gruppi ribelli armati si sono scambiati accuse reciproche, e un accordo su un cessate-il-fuoco prolungato sembra sempre più lontano.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 23.01.2017)
Contenuto esterno
Il primo scontro tra le delegazioni è stato sull’accordo del 30 dicembre scorso: le due parti si sono accusate a vicenda delle ripetute violazioni della tregua, che dovrebbe essere la base di questi colloqui.
“Noi siamo qui per consolidare la tregua”, dichiara l’ambasciatore siriano all’Onu Bashar Ja’Afari, “ma la delegazione dei gruppi terroristi armati vuole dare una sua interpretazione di quel trattato. Prima di sentire i loro discorsi credevamo di poter lavorare con loro, ci era stato garantito che si sarebbero comportati bene e invece si sono dimostrati degli irresponsabili.”
“Siamo stanchi di vedere il regime violare il cessate il fuoco, compiere nuovi massacri e commettere altri crimini”, contesta il delegato dell’Esercito libero siriano Issam Al-Rais. “Gli uomini del governo vogliono che queste discussioni falliscano, perché se davvero cesseranno le ostilità sul campo, allora sarà pronto il terreno per una transizione politica e Assad sa che a quel punto lui dovrà abbandonare il potere.”
Alle tematiche politiche dovrebbero essere dedicati i colloqui previsti a Ginevra l’8 febbraio, mentre ad Astana si punta ad allestire un accordo per una tregua. I patrocinatori dei colloqui sperano ancora che sia possibile, ma la situazione rimane molto tesa.
La delegazione di Damasco chiede a quella dei ribelli di rompere con al-Qaeda. Questi, a loro volta, minacciano di riprendere le ostilità se non si arriverà ad una vera tregua.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Siria, strage in un mercato
Questo contenuto è stato pubblicato al
I morti sarebbero 60, secondo la televisione libanese degli Hezbollah Al Manar e l’emittente panaraba al Arabiya, che citano fonti vicine all’opposizione siriana. A riferire le dinamiche dell’attentato, che ha causato anche il ferimento di circa 150 persone, erano stati inizialmente alcuni attivisti della città nella provincia di Aleppo. L’esplosione è avvenuta di fronte a…
Questo contenuto è stato pubblicato al
L’accordo per il cessate il fuoco – il terzo dallo scoppio della guerra sei anni fa – era stato sottoscritto il 29 dicembre, sotto l’egida della Russia e della Turchia e con l’avallo dell’Iran. Il governo di Damasco e una dozzina di gruppi ribelli si erano accordati per interrompere le ostilità e soprattutto per avviare…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Si tratta migliaia di persone (1’800 russi, 4’500 provenienti dall’Asia centrale e un centinaio di Uiguri della regione cinese dello Xinjiang), che hanno iniziato la loro lotta contro il governo del proprio paese. Anche i moderati vengono subito etichettati come estremisti e questo favorisce una forte radicalizzazione, sostiene D’Amato. Sembra inoltre esistere un tacito accordo…
Questo contenuto è stato pubblicato al
La tregua entrerà in vigore alla mezzanotte del 30 dicembre ora locale, indica il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, secondo il quale è stata sottoscritta da unità composte da almeno 51 mila effettivi: “i comandanti più influenti dell’opposizione armata hanno preso parte ai negoziati e hanno permesso di individuare il territorio controllato dai ribelli”.…
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.