Dall'inchiesta sul duplice attacco di martedì, emergono sempre più chiari i legami tra i kamikaze belgi e la cellula jihadista degli attentati di Parigi
Nella notte di venerdì, a Bruxelles, sono state arrestate 6 persone nell’ambito dell’inchiesta sul duplice attentato di martedì. Secondo la radio belga ci sarebbe anche un settimo fermo, forse il più importante, dell’uomo che appare accanto a Khalid el Bakraoui nelle immagini di sorveglianza della metro.
Nella capitale belga, intanto, è atterrato il segretario di Stato americano John Kerry.
Ha subito un’accelerazione nelle ultime ore l’inchiesta sulle stragi di Bruxelles. Nella notte sono finite in manette sei persone. Tre sono state fermate a bordo di un’auto in pieno centro della capitale belga. Altre tre nei sobborghi della città. Sembra a Jette e Schaerbeek, zona quest’ultima da dove erano partiti martedì mattina i kamikaze dell’aeroporto e dove ci sono state perquisizioni e sono state anche sentite delle esplosioni.
La polizia non fornisce dettagli sulle identità e per ora non conferma nemmeno l’arresto del secondo uomo che appare nelle immagini di sorveglianza della metro, accanto a Khalid El Bakraoui. Un arresto annunciato dalla radio belga. L’uomo, considerato il secondo sospettato in fuga, non ha ancora un nome. Sarebbe stato fermato a Forest, un altro sobborgo di Bruxelles.
C’è insomma ancora molta confusione sui reali progressi delle indagini. Emergono invece con sempre più chiarezza i legami tra i kamikaze belgi e la cellula jihadista responsabile degli attentati di Parigi. Secondo la NBC, i fratelli Khalid e Ibrahim El Bakraoui erano inoltre stati schedati dall’antiterrorismo statunitense.
Per offrire il sostegno di Washington è arrivato questa mattina nella capitale belga il segretario di Stato americano John Kerry. Tra i morti ci sono almeno due cittadini statunitensi. Kerry ha sottolineato la necessità di agire con urgenza per sconfiggere lo Stato islamico, che ha rivendicato il duplice attentato.
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