737 Max, mea culpa di Boeing al Senato USA
L'amministratore delegato della Boeing Dennis Muilenburg è stato sentito martedì al Senato americano, a un anno dal primo di due incidenti che hanno coinvolto velivoli 737 Max. I disastri della Lion Air in ottobre e della Ethiopian Airlines in marzo sono costati la vita a 346 persone in tutto. L'azienda fa mea culpa, ma di fronte a senatori e familiari delle vittime non riesce a dissipare i dubbi relativi ai sistemi di sicurezza dei velivoli.
“Siamo responsabili dei nostri aerei e lo ammettiamo. Ogni incidente con i nostri aeroplani è chiaramente colpa nostra ed è inaccettabile”, ha detto il CEO della principale costruttrice statunitense di aeromobili.
Nell’audizioneCollegamento esterno di due ore, il dirigente ha ammesso che a inizio 2019, dunque prima della seconda tragedia, un pilota aveva segnalato problemi al sistema di stabilizzazione. Al CEO, tuttavia, questo aspetto sarebbe stato riferito solo nelle ultime settimane.
Dopo il secondo schianto, il 737 Max è stato messo a terra in tutto il mondo e non ha più lasciato gli hangar.
Intanto, Boeing ha chiuso il terzo trimestre 2019 con un utile in calo del 51% a 1,17 miliardi di dollari (erano 2,63 nello stesso periodo dello scorso anno). I ricavi sono calati del 21% a 19,98 miliardi, un risultato comunque sopra le attese degli analisti.
Nell’annunciare i trimestrali, il colosso statunitense dell’aviazione ha tagliato nuovamente la produzione del 737 Max. Stima tuttavia che riceverà le autorizzazioni necessarie per farlo tornare nei cieli: “il ritorno in volo resta la priorità”, ha dichiarato Dennis Mulenburg.
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