È stata una giornata storica quella di martedi al Parlamento europeo riunito in seduta d’emergenza a Bruxelles e non a Strasburgo come suo solito. Trionfante l’estrema destra, che ora spera di conseguire gli stessi risultati in altri paesi europei.
Il Parlamento ha votato una risoluzione che chiede al Regno Unito di fare al più presto chiarezza. Quanto agli eurodeputati inglesi, compresi quelli che hanno fatto campagna per uscire, hanno fatto sapere di essere ben determinati a restare, almeno per ora.
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Prima sorpresa. Qualcuno ha tolto la targa “Regno Unito” della piccionaia con le caselle postali degli eurodeputati britannici. Ma se la targa è sparita, i deputati inglesi invece sono ancora lì. A cominciare da Nigel Farage, che l’8 giugno aveva detto: “Spero sia l’ultima volta che parlo in questo Parlamento”.
Glielo facciamo notare. Risponde che intendeva l’ultima volta da eurodeputato di uno stato membro. Ma la Gran Bretagna è uno stato membro, e continuerà ad esserlo fino a che non notifica. Farage, comunque, non solo c’era, ma è anche intervenuto.
L’altra star della giornata è lei, Marine Le Pen. “I popoli hanno tutto da guadagnare dalla loro libertà, dalla democrazia, dal controllo del loro destino”, dice.
Sul fronte dei preoccupati, la questione ora è come reagire, evitando il contagio. “Il parlamento deve dibattere”, osserva la svedese Anna Maria Corazza Bildt, “ma non dire agli inglesi cosa devono fare. È un errore”.
“I cittadini sono molto preoccupati”, interviene l’olandese Sophie In ‘T Veld, “non hanno l’impressione che l’Unione è capace di risolvere i grandi problemi.”
Raramente si sono viste così tante persone, in aula come nelle tribune, del pubblico e della stampa. Per una giornata destinata a fare storia.
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