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La lenta scomparsa delle spiagge

Un uomo solo su una spiaggia del nord della Germania
Il cambiamento climatico potrebbero spazzare via metà delle spiagge del mondo entro il 2100. Keystone / Peter Kuchenbuch-hanken

Metà dei litorali sabbiosi nel mondo potrebbero essere inghiottiti dal mare entro il 2100 per effetto del riscaldamento globale.

Il cambiamento climatico e l’innalzamento del livello del mare potrebbero spazzare via metà delle spiagge del mondo entro il 2100. Lo afferma uno studio pubblicato lunedì sulla rivista Nature Climate ChangeCollegamento esterno, che ha simulato due scenari futuri.

Nel peggiore – ovvero quello in cui le emissioni di gas serra dovessero continuare al ritmo attuale – il 49,5% dei litorali sabbiosi esistenti oggi, ovvero circa 132’000 chilometri di costa, sparirebbe. Nel caso in cui le il riscaldamento globale dovesse essere più contenuto, limitandosi ad un innalzamento della temperatura di circa 3°C, andrebbero persi circa 95’000 chilometri. I paesi più colpiti sarebbero l’Australia, il Canada, il Cile e gli Stati Uniti.

Le spiagge sabbiose costituiscono più di un terzo delle fasce costiere, e oltre ad avere un valore socio-economico elevato per via del turismo, hanno anche la funzione di barriera protettiva naturale contro le tempeste e le inondazioni.

Secondo il gruppo di esperti sul clima dell’ONU, nel migliore dei casi, entro il 2100, il livello degli oceani salirà di 50 centimetri. Nel peggiore, di 84. Ma nella comunità scientifica c’è chi sostiene che si tratta di ipotesi troppo ottimistiche.

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