Il presidente americano Donald Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima. Si è detto però pronto a rientrare nell'intesa sotto "termini equi".
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L’accordo negoziato da Obama, secondo Trump, è “ingiusto”, poiché impone misure severe agli Stati Uniti mentre è indulgente nei confronti di altri paesi estremamente inquinanti come la Cina o l’India. “Non è un accordo sul clima, ma un’enorme ridistribuzione di ricchezza americana ad altre nazioni”, ha detto.
La perdita di posti di lavoro e l’indebolimento dell’industria, in particolare nel settore del carbone, sono le altre motivazioni avanzate per giustificare il dietrofront statunitense, una misura che l’attuale inquilino della Casa Bianca aveva promesso durante la campagna elettorale e che rende ancora più profonde le divisioni con diversi alleati di Washington.
Gli Stati Uniti in questo modo si allineano alla Siria e al Nicaragua, gli unici dei 197 paesi che hanno diritto a firmare il trattato, ma che hanno deciso di non farlo. Trump ha detto che tratterà con i leader degli altri paesi per un rientro degli Stati Uniti nell’accordo sotto “termini equi” o per negoziarne uno nuovo. In ogni caso ha dichiarato che da subito cessaranno le misure di implementazione dell’accordo.
Le reazioni
La decisione di Trump ha scatenato reazioni molto dure in tutto il mondo.
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L’impegno della Cina
Con l’abbandono dell’Accordo da parte degli Stati Uniti, l’Unione europea è ora costretta a guardare altrove. Lo sguardo volge a Oriente: già giovedì, prima dell’annuncio di Trump, la Cina aveva garantito che avrebbe mantenuto le promesse di Parigi.
Venerdì, a Bruxelles, nel corso del vertice ufficiale tra Pechino e l’Ue, quell’impegno è stato confermato con forza.
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Accordo sul clima, dietrofront statunitense all’orizzonte
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