Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato venerdì sera una risoluzione presentata dalla Francia contro lo Stato islamico, definito “una minaccia mondiale senza precedenti”.
Ogni stato membro prenda ogni misura necessaria: il testo suona come una chiamata alle armi generale. Presentato dalla Francia, membro permanente del Consiglio di sicurezza con diritto di veto, è stato approvato all’unanimità, anche dalla Russia, che avrebbe preferito una risoluzione che includesse di coordinare qualunque intervento militare in Siria con il governo di Assad, assicurandone così la sopravvivenza.
La risoluzione non fornisce in realtà basi legali per ricorrere all’uso della forza: non invoca il capitolo 7 della Carta Onu, che fu usato ad esempio nel 2011 per l’attacco alla Libia di Gheddafi. Più che altro fornisce un appoggio politico, una copertura a chi voglia incrementare le operazioni contro i miliziani ribelli. Come è il caso del premier britannico David Cameron, che proprio in questi giorni ne ha bisogno per convincere il parlamento a iniziare i bombardamenti in Siria.
Intanto, proprio in Siria, è in pieno corso l’offensiva franco-russa contro lo Stato islamico. Almeno 36 persone, in gran parte civili, sono morte durante le ultime ore nell’est del paese. Tra le vittime, secondo l’Osservatorio siriani sui diritti umani, anche dieci bambini.
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