Venti anni fa veniva messo in orbita dai russi il primo modulo. Dopo meno di due settimane gli americani hanno aggiunto un nuovo modulo dando così vita al primo nucleo della futura Stazione spaziale internazionale.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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Da quel 20 novembre del 1998 le cose si sono trasformate e mutate. Oggi l’ISS è un vero e proprio laboratorio scientifico, verrebbe da dire unico al mondo, soprattutto grazie alle sue due fondamentali condizioni sperimentali: l’ambiente di microgravità e la presenza dell’uomo.
La stazione spaziale internazionale che conosciamo oggi è il risultato di una continua aggiunta di nuovi pezzi nello spazio. Oggi si compone di moduli e nodi di collegamento contenenti alloggi e laboratori. Non mancano ovviamente anche gli elementi fondamentali per il supporto strutturale e i pannelli solari che forniscono energia alla stazione.
L’assemblaggio della stazione spaziale è sicuramente uno dei più importanti programmi di cooperazione internazionale nel campo scientifico e tecnologico mai intrapreso. E la sua attuale struttura è il frutto di oltre 50 missioni.
L’italia ha contribuito a questo importante traguardo con un coinvolgimento diretto. Dalla realizzazioni industriale tecnologica agli esperimenti scientifici condotti dai sui sette astronauti, non da ultimo, la ormai arcinota Samantha Cristoforetti.
Un’idea lontana nel tempo
L’idea di costruire la stazione spaziale risale al 1984, quando il presidente americano Ronald Reagan pensò a una possibile cooperazione internazionale. La stazione spaziale internazionale rappresenta probabilmente il più grande progetto di cooperazione internazionale. Cinque i le agenzie coinvolte: la NASA americana, Roscomos russa, la giapponese Jaxa, la canadese Csa e naturalmente l’ESA dell’Unione Europea. c
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