Sciopero e scontri in Venezuela, due morti
Due persone, tra cui un ragazzo di 16 anni, sono morte mercoledì negli scontri che si sono verificati in Venezuela durante lo sciopero generale proclamato dall’opposizione contro il presidente Maduro. Domenica, nel Paese, si voterà per scegliere i deputati della nuova Assemblea costituente. Un'elezione che anche tredici Stati americani hanno chiesto di sospendere: i candidati sono tutti vicini all’attuale governo e questo “implicherebbe lo smantellamento definitivo dell'istituzionalità democratica”.
Strade vuote, saracinesche abbassate e scontri di piazza fra manifestanti e forze di sicurezza. Le testimonianze diffuse attraverso i social network mostravano mercoledì un’adesione massiccia allo sciopero nazionale di due giorni in Venezuela contro la riforma costituzionale lanciata dal governo di Nicolas Maduro. Governo che nega il successo della mobilitazione.
Cento vittime da aprile
Mercoledì, secondo un bilancio basato su fonti di stampa, si è registrata intanto la centesima vittima delle violenze in corso da aprile. Un manifestante 30enne è morto a Merida, capitale dello Stato omonimo nell’ovest del Paese, durante la repressione di una protesta di piazza.
Un ragazzo di 16 anni ha invece perso la vita dopo essere rimasto ferito durante un corteo in una zona popolare della capitale Caracas. È la seconda vittima dall’inizio dello sciopero generale di 48 ore.
“Siamo pieni di speranza, risolveremo i problemi del Venezuela senza ingerenze esterne che qui non sono ammesse, perché siamo un paese sovrano e indipendente”, dichiara la candidata all’Assemblea costituente Delcy Rodriguez.
Una Costituente contro la quale la procuratrice generale Luisa Ortega ha per contro rotto gli indugi, dichiarandosi apertamente contraria, sapendo che presto sarà destituita. “Vogliono giustificare le violazioni ai diritti umani, i soprusi, le perquisizioni, in sostanza il carcere per tutti quelli che si oppongono alla nuova Costituzione”, ha detto.
Ultimo appello
Tredici paesi del continente americano -Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina, Brasile, Colombia, Cile, Perù, Paraguay, Costa Rica, Guatemala, Panama ed Honduras- hanno chiesto mercoledì a Nicolás Maduro di sospendere il processo di elezione.
A margine di una riunione del Consiglio permanente dell’Organizzazione degli Stati americaniCollegamento esterno (OSA) hanno diffuso un comunicato nel quale esprimono “profonda preoccupazione per la grave alterazione dell’ordine democratico in Venezuela, l’aggravarsi della crisi e l’aumento della violenza” e ribadiscono “l’importanza di stabilire quanto prima un altro meccanismo di facilitazione che possa appoggiare un processo di dialogo e trattativa fra il governo e l’opposizione”.
Alla vigilia del voto, in programma domenica, si attendono nuove manifestazioni in tutto il Paese.
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