In Cina la crisi sta finendo mentre Washington dichiara l’emergenza
Le autorità cinesi hanno annunciato sabato di aver nuovamente alleggerito le restrizioni agli spostamenti nella provincia di Hubei, dove è iniziata l'epidemia del nuovo coronavirus che oramai interessa tutto il mondo. Nel frattempo, il presidente statunitense Donald Trump ha decretato lo stato di emergenza e molti altri paesi prendono severe misure.
Mentre diversi paesi impegno misure draconiane per tentare di frenare il contagio, in Cina, dove la malattia è comparsa alla fine dello scorso anno, i nuovi casi sono drasticamente diminuiti e il paese sta lentamente ritornando alla normalità.
Fino a un mese fa erano migliaia i contagiati registrati ogni giorno dalle autorità, sabato queste ultime hanno dichiarato che nelle ultime 24 ore ci sono state 13 morti e 11 nuovi casi, inclusi i malati rientrati in patria da altri Paesi colpiti. Circa 65’000 persone in Cina sono guarite.
Il governo della provincia di Hubei ha abbassato il livello d’allerta ovunque tranne che nella città di Wuhan, dove rimane alto.
È emergenza negli Stati Uniti
Quanto succede in Cina è in contrasto con la situazione nel resto del mondo. Negli stati uniti, dove è stata registrata sabato la 47 morte legata al coronavirus, il presidente Donald Trump ha decretato l’emergenza nazionale e ha sbloccato 50 miliardi di dollari per far fronte all’epidemia. I casi nel Paese sono 2’033 e migliaia di scuole sono state chiuse.
-L’aggiornamento dei contagi nel Mondo (Università Johns Hopkins)Collegamento esterno
Misure più o meno incisive sulla stessa linea di quanto fatto in Cina, dove milioni e milioni di persone sono state per settimane in isolamento, sono state introdotte da molti altri Paesi.
Vediamo quali nel servizio della Radiotelevisione svizzera.
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