Circa 1'200 persone hanno passato la notte senza un rifugio dopo che mercoledì un incendio ha distrutto un campo profughi a Lipa, nel nordest della Bosnia. Il fuoco è stato probabilmente appiccato da alcuni degli occupanti nell'ambito delle dispute con le autorità locali riguardo a una soluzione per alloggiarli durante l'inverno.
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Questo campo era stato costituito in aprile come soluzione provvisoria e non era previsto che gli occupanti vi avrebbero dovuto trascorrere l’inverno. Non c’era acqua corrente o riscaldamento e non era collegato alla rete elettrica.
L’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) e la Commissione europea esortano da inizio dicembre le autorità locali a trovare una soluzione per dare un rifugio adeguato a queste persone e altre 2’000 senza alloggio nella regione di Bihac, al confine croato.
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Si suppone che siano stati alcuni migranti ad appiccare il fuoco in segno di protesta. L’Oim, che gestiva il centro d’accoglienza aveva da poco iniziato a organizzarne la chiusura a causa delle pessime condizioni e chiedeva alle autorità di riaprire il centro d’accoglienza chiuso a fine ottobre nella città di Bihac.
Questa soluzione, benché voluta anche dal governo federale, è fortemente osteggiata dalle autorità locali che hanno ora esortato la polizia “a impedire l’afflusso incontrollato di migranti nelle zone abitate”.
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