Libertà di movimento in parte ritrovata in Francia e in Spagna
Decine di milioni di persone in Francia e Spagna hanno potuto riassaporare lunedì le gioie di un parziale ritorno alla normalità. Tuttavia, i timori di una seconda ondata di contagi rimangono. La Corea del Sud, considerata un modello di lotta al coronavirus, ha dovuto fare in parte retromarcia.
Dopo quasi due mesi di ‘lockdown’, Francia e Spagna hanno dato il via lunedì alla fase di deconfinamento.
In Francia, ci si può ormai spostare liberamente all’interno del proprio dipartimento o in un raggio di cento chilometri attorno alla propria residenza.
Nei trasporti pubblici la mascherina è obbligatoria. Chi non la indossa rischia una multa fino a 135 euro. La Protezione civile e la Croce Rossa hanno allestito dei punti di distribuzione.
La ripresa del lavoro per centinaia di migliaia di persone si è svolta relativamente senza troppi intoppi. A Parigi, a causa di un problema tecnico una linea della metropolitana era affollata quasi come prima della pandemia, ma per il resto la popolazione sembra aver rispettato le misure di protezione e l’affluenza è stata generalmente contenuta.
Il servizio del TG sui primi allentamenti in Francia e in Spagna:
Anche in Spagna per circa metà della popolazione è scattata la fase uno dell’uscita dall’emergenza da coronavirus. Da lunedì in diverse aree è di nuovo possibile spostarsi all’interno della propria provincia e incontrare – come in Francia – fino a dieci persone. In chiesa sono riprese le funzioni religiose, ma con un distanziamento nei posti a sedere. Riaperti pure bar, ristoranti e negozi.
L’allentamento delle restrizioni non riguarda però come detto tutto il paese: Madrid, Barcellona, Valencia e altre città come Malaga e Granada resteranno per ora alla fase 0, ossia il ‘lockdown’.
Il timore di una seconda ondata
Questa parziale ripresa delle attività non rappresenta però un vero e proprio ritorno alla normalità e una seconda ondata è sempre in agguato, è stato sottolineato da più parti. “Dovremo convivere con il virus ancora per un po’ di tempo e l’allentamento delle misure di confinamento non significa che la vita riprende come prima”, ha ricordato il ministro francese della sanità Olivier Véran.
Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un appello alla vigilanza, temendo una seconda ondata della pandemia.
Un timore che trova conferma in Asia. La Corea del Sud, considerata un modello nella lotta al virus, ha annunciato lunedì il rinvio di una settimana della riapertura delle scuole, prevista inizialmente per il 13 maggio, dopo che negli ultimi giorni è stato registrato un aumento delle infezioni. Nella capitale Seoul e in diverse regioni è inoltre stata decretata la chiusura di bar e discoteche.
Il servizio sulla situazione in Corea del Sud:
A Wuhan, la città cinese epicentro della pandemia, le autorità hanno annunciato un nuovo caso domenica e cinque lunedì, dopo più di un mese di tregua a seguito di un ‘lockdown’ draconiano.
Anche in Germania ci si interroga se l’allentamento del confinamento non sia avvenuto troppo in fretta. Nel fine settimana, infatti, il tasso di riproduzione del contagio R0 (il numero medio di contagi causati da ciascun individuo infetto) è infatti salito sopra la soglia di sorveglianza di 1. Per ora è però troppo presto per tratte conclusioni: “Non si può ancora valutare se la tendenza delle nuove infezioni, in calo nelle ultime settimane, continuerà, o se ci sarà un nuovo aumento del numero di casi”, ha indicato l’Istituto Robert Koch di Berlino.
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