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La lira turca continua a soffrire

La Turchia è riuscita solo marginalmente lunedì a rallentare il crollo della sua valuta alimentato da una crisi diplomatica con gli Stati Uniti, accusati dal presidente Recep Tayyp Erdogan di voler "accoltellare alle spalle" il suo paese.

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La banca centrale turca lunedì aveva annunciato che avrebbe fornito tutta la liquidità di cui le banche avrebbero avuto bisogno e che avrebbe intrapreso tutte le misure necessarie per assicurare la stabilità finanziaria. 

Ma l’impatto di questo annuncio, che ha fatto leggermente riguadagnare valore alla lira, è stato controbilanciato qualche ora più tardi dalle parole pronunciate dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan che ha accusato gli Stati Uniti di voler “accoltellare alle spalle” il paese. All’inizio della serata di lunedì si scambiava per 6,89 dollari, corrispondente a un abbassamento del valore del 6,7% nella giornata.

Crisi diplomatica ma non solo

La lira turca ha perso dall’inizio dell’anno oltre il 40% del suo valore rispetto al dollaro e all’euro, crollo accentuatosi nel corso delle ultime due settimane a causa della grave crisi diplomatica tra Ankara e Washington e legata alla detenzione in turchia di un pastore statunitense, Andrew Brunson. 

Sanzioni reciproche, minacce e venerdì un tweet del presidente americano Donald Trump che ha annunciato il raddoppio dei dazi doganali su acciaio e alluminio turchi.

“Da una parte vi comportate come partner strategici, dall’altra sparate pallottole sul piede dei vostri partner”, ha detto Erdogan.
 
A inquietare gli economisti, oltre alla crisi diplomatica, è il controllo dello stesso presidente sull’economia turca, controllo rinforzatosi ulteriormente dopo la sua rielezione in giugno. 

I mercati esortano dunque la banca centrale ad agire sui tassi per contrastare un’inflazione galoppante. Il presidente tuttavia, vi si oppone poiché teme di intaccare la crescita del paese.

Quali conseguenze per le banche europee? Le considerazioni di un esperto interpellato dalla Radiotelevisione svizzera.

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