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Indonesia, 370 morti e resta l’allerta tsunami

Immagine di una casa parzialmente sventrata, con detriti all interno; due donne e un bambino sulla soglia
Mattina del 24 dicembre a Sumur, isola di Giava. Keystone

Si aggrava il bilancio dello tsunami che ha colpito sabato le coste dell'Indonesia. L'agenzia per la gestione dei disastri Bnpp ha reso noto che si contano ora 373 morti e quasi 1'500 feriti (dato di lunedì alle 14 ora svizzera) e ha espresso il timore che il numero delle vittime sia destinato a salire: 128 persone risultano ancora disperse.

Mentre continuano le ricerche -i soccorritori hanno dapprima scavato a mani nude, ora sondano le macerie con l’aiuto di macchine e soprattutto dei cani- cominciano ad arrivare nelle zone colpite cibo, medicine e vestiti.

Il portavoce della Bnpp riferisce che nei cinque distretti le persone rimaste senza casa sono oltre 11’000.

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Il funzionario ha rivelato inoltre che il sistema di allarme, nelle aree devastate dall’onda anomala, “non è operativo dal 2012” a causa della scarsità di fondi, atti di vandalismo e problemi tecnici.

Lo tsunami ha colpito le spiagge 24 minuti dopo l’eruzione del vulcano Anak Krakatoa che lo avrebbe scatenato.

Dai media indonesiani si apprende intanto che il vulcano continua a eruttare e le autorità hanno invitato la popolazione e i turisti a rimanere lontano dalle spiagge anche lunedì, nel timore che possa verificarsi una nuova, devastante onda di tsunami.

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Le abitazioni distrutte sono almeno 600; 9 hotel sono rimasti seriamente danneggiati.

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