A Beirut il bilancio si aggrava
La potentissima esplosione avvenuta martedì nell'area del porto ha provocato almeno 135 morti e 5'000 feriti e sono disperse ancora un'ottantina di persone. Oltre alla cronaca di giornata vi proponiamo la testimonianza dell'ambasciatrice elvetica in Libano, ferita anch'essa dall'esplosione e l'opinione di un esperto sulla difficile situazione libanese.
L’esplosione, seguita a una prima deflagrazione, avvenuta martedì verso le 18 locali (le 17 in Svizzera) nell’area dei depositi del porto di Beirut ha devastato una vasta area della capitale del Libano dove vive oltre un milione di persone gettando nel caos l’intero paese.
L’ultimo bilancio, ancora provvisorio, stilato dalla Croce rossa libanese parla di almeno 135 morti e 5’000 feriti, tra cui anche l’ambasciatrice svizzera che se l’è cavata senza gravi conseguente e alcuni uomini della Forza interinale delle Nazioni Unite che si trovavano su una nave investita dall’esplosione.
Gli ospedali sono al collasso e per tutta la notte hanno dovuto far fronte anche al flusso ininterrotto delle persone che cercano parenti e amici scomparsi.
Le autorità nazionali tendono ad escludere che all’origine vi sia un attentato. La tragedia sarebbe stata causata da un’operazione di saldatura che ha scatenato un incendio che, a sua volta, ha provocato l’esplosione di 2’750 tonnellate di nitrato di ammonio (una sostanza che rientra nella composizione di fertilizzanti, ma anche di esplosivi) sequestrate sei anni fa.
La detonazione, udita fino a Cipro a circa 200 chilometri di distanza, ha raso al suolo gli edifici tra via Charles Helou e il mare, causando crolli ed ingenti danni in tutta l’area del centro città. La sua potenza ha provocato un’onda d’urto che ha mandato in frantumi i vetri a chilometri di distanza e un terremoto avvertito in tutto il paese.
Cronaca, testimonianza e analisi nei serviti del Tg:
Il messaggio del premier Diab
Il primo ministro libanese Hassan Diab, in un breve discorso televisivo, ha fatto appello agli aiuti internazionali affermando che “stiamo assistendo a una vera catastrofe”. Lo riferisce il quotidiano libanese An-nahar. Il presidente Michel Aoun, da parte sua, ha convocato per oggi un incontro con il governo, auspicando una indagine che individui i responsabili e che siano puniti.
Presidenza e Governo hanno poi assicurato che faranno il possibile per accogliere gli sfollati e per individuare forme di compenso per chi abbia subito danni alle proprietà.
Rabbia e dolore
Nel pomeriggio di mercoledì ci sono stati disordini tra sostenitori e oppositori dell’ex primo ministro Saad Hariri. Lo riferisce il quotidiano libanese An-nahar. L’ex premier ha visitato la tomba del padre ucciso da un attentatore suicida a bordo di un’autobomba nel febbraio 2005. “Ieri hanno ucciso Beirut”, ha detto ai giornalisti. Nello stesso luogo si sono svolti gli scontri tra i manifestanti.
tvsvizzera.it/fra con RSI
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.