Estradizioni verso la Cina, marcia indietro di Hong Kong
Il braccio di ferro tra autorità filocinesi di Hong Kong e oppositori della controversa legge sulle estradizioni sembra pendere in favore di questi ultimi.
La governatrice Carrie Lam ha infatti annunciato la sospensione a tempo indeterminato del dibattito nel parlamento locale. Il governo, mostrando responsabilità, ha sottolineato sempre Carrie Lam, ha voluto tenere conto di quanto successo nell’ultima settimana, riferendosi alle vaste proteste di domenica e agli scontri di piazza avvenuti mercoledì in prossimità della sede del legislativo.
In sintonia con questo annuncio Pechino ha espresso “sostegno, rispetto e comprensione” per la decisione del governo di Hong Kong, assicurando che continuerà “a supportare con fermezza” la governatrice dell’ex colonia britannica, al fine di salvaguardare la prosperità e la stabilità dei territori, come ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang.
Carrie Lam ha spiegato che c’era la volontà di approvare la normativa e renderla effettiva a luglio.
“Forse non stiamo stati sufficientemente efficaci nella comunicazione, ma ora la priorità è quella di ricostruire la pace e l’ordine e la fiducia verso il governo”, ha osservato la governatrice, che ha letto una dichiarazione di oltre dieci minuti prima in cantonese e poi in inglese. “Qualunque politica con risvolti sulla Cina continentale può dare il via a scontri”, ha aggiunto la responsabile dell’esecutivo dell’ex colonia. Se è vero che la sua carica è legata a Pechino, “chi la ricopre deve rispondere alla Basic Law (costituzione) e alla gente di Hong Kong”.
Ma l’annuncio non sembra aver fatto desistere gli oppositori dai loro propositi: le manifestazioni programmate per domenica contro la legge che facilita il trasferimento degli indagati verso i tribunali cinesi si terranno ugualmente, hanno fatto sapere i leader della protesta. Uno dei capi del Civil Human Rights Front (Chrf), Jimmy Sham ha chiesto il ritiro definitivo del provvedimento e le scuse della governatrice per l’uso della forza, potenzialmente letale, da parte della polizia durante le proteste di mercoledì.
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