WWF, buone e cattive notizie dal mondo animale
Nel suo consueto rapporto annuale il WWF ha nominato le specie animali uscite vincitrici da questo 2020 e quelle che invece ne escono perdenti.
Tra le specie che terminano l’anno peggio di quando l’abbiano iniziato il WWF cita il criceto europeo, i lemuri e lo storione. Le cause sono soprattutto la sparizione degli habitat, i cambiamenti climatici e il bracconaggio.
Il criceto comune (detto anche criceto europeo) è “in pericolo critico”, scrive sul suo sito il WWF. “Se la tendenza continuerà, non sopravviverà ai prossimi 30 anni. La sua lotta per la sopravvivenza è rappresentativa di migliaia di animali e piante autoctoni che soffrono le conseguenze dell’agricoltura intensiva”.
Simile la situazione l’animale simbolo del Madagascar. Sono circa 100 le specie di lemuri ancora in vita e il 90% è a rischio a causa della deforestazione a scopi agricoli, ma anche della caccia diretta.
Gli storioni invece sono in pericolo a causa delle dighe che impediscono a questo pesce di raggiungere i luoghi di riproduzione. Altra ragione: la pesca, praticata soprattutto a causa delle pregiate uova, il caviale.
Due altri “vinti” sono le seppie, anch’esse vittima di pesca intensiva e il koala che hanno sofferto e soffrono ancora a causa dei grandi incendi in Australia.
“Necessario agire in Svizzera”
Nel corso degli ultimi 50 anni “le popolazioni di più di 4’000 specie esaminate di vertebrati si sono ridotte del 68%”, scrive il WWF che invita tuttii Paesi ad agire per invertire la tendenza, anche in Svizzera. Secondo un rapporto dell’OCSE la Confederazione è il Paese membro dell’organizzazione internazionale che conta il maggior numero di specie minacciate.
Barlumi di speranza
Nel suo rapporto annuale, il WWF cita però anche esempi positivi. I bisonti, ad esempio, che sono ritornati nel Caucaso grazie al successo dei progetti di reintroduzione e allevamento.
Altro vincitore è il rinoceronte nero d’Africa che, pur essendo sempre minacciato, ha beneficiato della lotta al bracconaggio. La sua popolazione è più che raddoppiata dal 1990 passando da 2’400 esemplari ai 5’600 di oggi.
Un’altra buona notizia viene dal Mar Baltico, che la foca grigia sta ripopolando. All’inizio degli anni ’80 ne erano rimasti solo 2’500 esemplari, ora sono quasi 38’000.
tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 30.12.2020)
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