Fisco, l’accordo con l’Italia virtualmente concluso
Berna annuncia che l’intesa sarà sottoscritta entro il 2 marzo, il testo è stato messo in consultazione
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C’è l’accordo
L’accordo sui punti essenziali c’è già e iniziano a trapelare i contenuti del testo che è stato messo in consultazione in questi giorni presso istituzioni, enti locali e organizzazioni economiche. Il Segretario di Stato per le questioni finanziarie Jacques de Watteville ha infatti annunciato che l’intesa italo-svizzera su questioni fiscali e frontalierato sarà sottoscritta entro il 2 marzo. Una data non casuale dato che quel giorno scade il termine di 60 giorni entro il quale possono essere stipulate con altri paesi le agevolazioni per i risparmiatori nel quadro della manovra di rientro dei capitali (Voluntary disclosure) appena approvata dalle Camere italiane.
L’accordo, che sicuramente favorisce la regolarizzazione dei capitali non dichiarati di contribuenti italiani depositati all’estero, è fortemente caldeggiato da Berna che attende di uscire dalla black-list italiana dei paesi non collaboratori in ambito fiscale, che penalizza non poco il settore economico-finanziario elvetico.
In particolare, riguardo alla tassazione dei frontalieri (attualmente tassati alla fonte in Svizzera, che riversa poi il 38,8% a Roma) si profila il cosiddetto splitting che consiste in un’imposizione parziale nella Confederazione di questa categoria di lavoratori, che a loro volta saranno poi tassati dal fisco italiano. Secondo alcune indiscrezioni la quota di competenza elvetica sull’imponibile dei frontalieri sarà superiore all’attuale 61,2%.
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Le spiegazioni di Jacques Watteville
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