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Erdogan richiama l’UE ai suoi impegni

Gruppo di uomini (una sola donna) seduti a un tavolo sotto la scritta Global Refugee Forum ; Erdogan in piedi con fogli in mano
Il presidente turco, arrivato con circa 45 minuti di ritardo, ha brevemente interrotto il discorso di Cassis. Keystone / Salvatore Di Nolfi

Si è aperto martedì a Ginevra il primo Forum mondiale sui rifugiati organizzato dalle Nazioni Unite e dalla Svizzera. Lo hanno aperto il consigliere federale Ignazio Cassis e il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, che hanno chiesto di passare ai fatti. I riflettori del vertice sono però puntati su Recep Tayyip Erdogan: la Turchia accoglie il maggior numero di profughi al mondo.

“Una soluzione duratura al problema migratorio non può realizzarsi che con iniziative su scala internazionale”, ha detto il presidente turco, precisando che nel suo Paese hanno trovato rifugio “senza distinzione di razza o religione” almeno 3,6 milioni di persone.

“Per assicurare una stabilità duratura e una normalizzazione in Siria, il ritorno dei rifugiati è importante quanto la lotta al terrorismo. Tenerli in Turchia non può essere considerata l’unica soluzione alla questione migratoria siriana”, ha proseguito Erdogan, tornando a lamentare ritardi dell’UE nel trasferimento dei 6 miliardi di euro previsti dall’accordo del marzo 2016.

“Diritto d’asilo sotto attacco”

Nel mondo, si contano 71 milioni di persone in fuga da guerre, conflitti e persecuzioni. Di queste, quasi 26 milioni sono rifugiati. La situazione è “triste” e i profughi vengono “demonizzati e trasformati in figure di paura”, ha detto l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo GrandiCollegamento esterno,

“In un momento in cui il diritto di asilo è sotto attacco, in cui così tante frontiere e porte vengono chiuse ai rifugiati, quando persino i bambini rifugiati vengono detenuti e divisi dalle loro famiglie, dobbiamo riaffermare i diritti umani dei rifugiati”, ha dichiarato dal canto suo Antonio Guterres.

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Al ForumCollegamento esterno di due giorni organizzato dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR) sono attese in tutto 2000 persone. Vi partecipano numerosi ministri, organizzazioni internazionali, rappresentanti della società civile e del settore privato.

Nel 2018 era stato adottato a New York un Patto mondialeCollegamento esterno, un “piano pratico”, lo ha definito Filippo Grandi, un “modello di azione internazionale basato […] sull’offerta di soluzioni di principio, e fattibili”.

È previsto che le dichiarazioni di impegni presentate al Forum includano assistenza finanziaria, tecnica e materiale; modifiche alle normative e alle politiche volte a consentire una maggiore inclusione dei rifugiati nelle società; posti per i reinsediamenti e il ritorno in condizioni sicure e dignitose.

La comunità internazionale deve fare di più, ha ribadito il segretario generale Onu, in particolare per sostenere i Paesi in via di sviluppo, dacché circa l’80% dei rifugiati è accolto al di fuori di paesi ricchi.

Le azioni della Svizzera

La Confederazione ha già annunciato che tra il 2020 e il 2021 accoglierà 1600 rifugiati, per alleggerire la pressione su alcuni Paesi. Entro il 2022, finanzierà con 125 milioni di franchi l’UNHCR, col quale ha co-organizzato il Forum mondiale.

Pochi giorni fa l’ambasciatore svizzero Pietro Mona, capo della delegazione che nel 2018 ha negoziato il Patto mondiale, aveva indicato che la Svizzera avrebbe messo l’accento anche sulla protezione della popolazione nei paesi d’origine e sull’estensione dell’autonomia dei rifugiati attraverso un maggiore accesso all’educazione.


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