Si va verso un coordinamento delle azioni militari tra Stati Uniti e Russia sul teatro di guerra siriano. A margine del G20 in corso ad Antalya (Turchia) Barak Obama e Vladimir Putin si sono incontrati a porte chiuse per oltre mezz’ora con l’obiettivo di unire le forze contro lo Stato Islamico, mandante delle stragi di Parigi di venerdì scorso e, precedentemente, degli attentati all’aereo russo e ad Ankhara.
Nell’ultimo mese l’Isis ha infatti dimostrato di saper agire anche lontano dai confini del califfato nero. Per questo motivo i leader mondiali hanno convenuto sull’esigenza di risolvere la crisi siriana che costituisce il terreno di cultura degli aguzzini dello Stato Islamico.
Nella bozza d’intesa è stato concordato che Bashar al Assad resterà al potere fino a gennaio, dopodiché inizieranno le trattative, mediate dall’ONU, tra il regime e l’opposizione, ad esclusione ovviamente delle frange qaediste e dell’Isis.
Da notare che il presidente americano Barack Obama ha avuto parole di apprezzamento per le operazioni militari russe a sostegno di Assad, su cui in precedenza gli USA non avevano lesinato critiche, in particolare per il fatto che erano dirette soprattutto contro l’opposizione “moderata” invece che contro i terroristi islamici.
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