USA via dal trattato sui missili nucleari
Gli Stati Uniti si ritireranno dallo storico trattato sulle armi nucleari INF, che con la firma di Ronald Reagan e Michail Gorbaciov pose le basi per la fine della Guerra Fredda. La sospensione, che può trasformarsi in ritiro completo dopo 180 giorni, è stata annunciata venerdì da Mike Pompeo.
Il segretario di Stato americano ha motivato la decisione affermando che “la Russia ha violato per anni senza scrupoli il trattato sulle armi nucleari e non ha mostrato alcun serio impegno nel volerlo rispettare”. Il riferimento è a un missile intercontinentale di cui il Cremlino si è dotato.
“Gli Stati Uniti”, ha aggiunto il capo della diplomazia americana, “hanno fatto di tutto” per preservarlo, mentre la Russia “ha messo e mette a rischio gli interessi” degli USA sul fronte della sicurezza.
Perché l’accordo non sia più vincolante, ha precisato Pompeo, ci vorranno sei mesi, durante i quali si potrebbe lavorare a una nuova intesa. “Siamo ancora pronti e disponibili a impegnare Mosca sul fronte del controllo delle armi nucleari”, ha detto.
Il trattato per il controllo dei missili nucleari a medio raggio (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, INF), firmato nel 1987, fu concepito per l’Europa, allora divisa in due e sotto il fuoco incrociato di due superpotenze. Vietava tutti i missili con una gittata tra i 500 e i 5500 chilometri.
Washington accusa Mosca di averlo violato ripetutamente dal 2014.
La Nato ha anzi lanciato un appello alla Russia, affinché torni al rispetto totale e verificabile dei suoi obblighi di disarmo nucleare.
L’Europa guarda con una certa apprensione.
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