Carovana di migranti verso gli USA
In migliaia sono da giorni in marcia verso gli Stati Uniti. Una carovana partita dall'Honduras e che ha attraversato i confini del Guatemala fino a quelli del Messico, ingrossando le sue fila fino ad almeno tremila disperati che inseguono il sogno americano.
Il presidente americano Donald Trump è furioso, parla di un vero e proprio “assalto” all’America e minaccia di chiudere la frontiera sud inviando l’esercito.
La tensione torna dunque alle stelle, come non accadeva dai tempi del muro più volte evocato dal tycoon ma ancora lontano dall’essere realizzato come promesso nella campagna elettorale del 2016. Ma dopo tanti mesi il tema dell’immigrazione torna al centro del dibattito politico negli Stati Uniti, a poco più di due settimane dal voto di metà mandato.
Il ruolo del Messico
“Chiedo nei termini più forti al Messico di fermare l’ondata di migranti da Honduras, El Salvador e Guatemala, i cui leader stanno facendo poco per fermare questo flusso e non sembrano più avere il controllo della propria popolazione”, scrive il tycoon su Twitter, tornando ad agitare lo spettro del taglio di qualsiasi forma di aiuto e di sostegno a questi paesi centroamericani. Ma stavolta Trump va oltre e promette di blindare militarmente il confine meridionale se il Messico si dimostrerà incapace o non disponibile ad agire.
Del resto, la frustrazione della Casa Bianca è accresciuta dall’atteggiamento del governo messicano, che a sua volta ha ribadito come il popolo della carovana in arrivo ai suoi confini subirà lo stesso trattamento di tutti gli altri immigrati: chi ha i documenti in regola entra, gli altri dovranno fare la domanda per lo status di rifugiati, pena il rimpatrio forzoso.
In cerca di lavoro
Intanto le migliaia di persone che viaggiano verso gli Usa, intervistate dai media, spiegano di essere alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore per le proprie famiglie. Molti raccontano di essere in fuga dalle violenze e dalle minacce delle gang che spadroneggiano nelle loro comunità di origine.
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