Il gas russo deve essere pagato in rubli
Entrerà in vigore il primo aprile ma non è uno scherzo. Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto presidenziale secondo il quale i paesi occidentali dovranno aprire un conto in rubli presso le banche russe per pagare il gas in rubli.
Vladimir Putin ha sottolineato che il pagamento del gas in rubli è un passo verso la sovranità finanziaria della Russia. “Nessuno ci vende niente gratis, e noi nemmeno faremo opere di carità – ha sottolineato -. Ciò significa che i contratti esistenti, in caso di mancato pagamento del gas in rubli, saranno interrotti”.
“Se tali pagamenti (in rubli) non vengono effettuati, noi considereremo questo come un inadempimento degli impegni con tutte le implicazioni che ne derivano”, ha aggiunto Putin.
Putin ha quindi affermato che “gli Usa cercano di risolvere i propri problemi a scapito altrui. I loro errori in campo economico cercano di scaricarli su di noi. Cercano di spingere l’Europa ad acquistare il gas americano, che è più caro”, rispetto a quello russo.
Il presidente russo ha anche sostenuto che “le sanzioni illegittime sono state introdotte ormai da molti anni per indebolire il potenziale produttivo e finanziario del nostro paese, sono sanzioni preparate precedentemente e che sarebbero state introdotte in ogni caso, sono sanzioni che minano la nostra libertà”.
Germania: “pagheremo in euro”
“Abbiamo guardato i contratti, c’è scritto che si paga in euro. E ho chiarito nella telefonata che rimarrà così”. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz: “le imprese potranno pagare, vorranno pagare e pagheranno in euro”, ha aggiunto Scholz.
In conferenza stampa in cancelleria, con il collega austriaco Karl Nehammer, il cancelliere tedesco ha anche affermato che “le sanzioni alla Russia mostrano di avere effetto”.
Parlando poi dell’allargamento dell’UE, Scholz ha sostenuto che “serve una chiara prospettiva europea per gli Stati dei Balcani occidentali”. “È importante che presto comincino i negoziati di Albania e Macedonia del Nord per l’ingresso in Europa”, ha proseguito, aggiungendo che “ogni ulteriore esitazione rende i Balcani occidentali vulnerabili e aperti all’influenza di terzi”.
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