Si apre una nuova era in Myanmar, dove lunedì si è insediato il primo parlamento democraticamente eletto dopo quasi 50 anni di dittatura militare. A dominarlo sarà la “Lega nazionale per la democrazia” (Nld) di Aung San Suu kyi, che aveva ottenuto la maggioranza alle elezioni legislative dello scorso 8 novembre.
La nuova legislatura è stata inaugurata lunedì, con la cerimonia di giuramento dei nuovi deputati. Le aspettative sono di certo numerose verso San Suu kyi, la storica leader dell’opposizione birmana e Nobel per la pace che, alle elezioni dello scorso novembre aveva ottenuto, con la Lega Nazionale per la democrazia, una maggioranza dell’80%. Un risultato fino a qualche tempo fa impensabile.
Aung San Suu Kyi ha promesso di usare il mandato popolare ottenuto dal suo partito per includere le minoranze e avviarsi verso la riconciliazione nazionale del paese, che da decenni vive nel tormento dei conflitti etnici.
Ma questo sarà possibile solo con la collaborazione di tutti i gruppi e, non da ultimo, del potere militare. Il 25% dei seggi al parlamento sono infatti occupati dall’esercito, come voluto dalla Costituzione, che gli garantisce inoltre tre importanti ministeri.
Si dovrà insomma scendere a patti poiché oggi è solo la prima tappa del processo che porterà all’elezione di un nuovo presidente, alla fine di marzo. Un presidente che non verrà dall’esercito, ma sarà un rappresentante della Lega nazionale per la democrazia.
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