Crisi tra Barcellona e Madrid, sabato di manifestazioni in Spagna
Decine di migliaia di persone hanno manifestato sabato in Spagna a favore dell’«unità» e del «dialogo» nell’ambito della crisi esacerbata dal referendum catalano sull’indipendenza. La secessione potrebbe essere annunciata dal governo catalano già il prossimo martedì. Il governo spagnolo ha deciso di prolungare di 10 giorni il dispiegamento di forze dell’ordine nella regione.
n Plaza de Colon, migliaia di madrileni agitavano bandiere spagnole scandendo degli slogan ostili ai dirigenti catalani separatisti mentre un po’ più lontano, di fronte al municipio l’iniziativa cittadina “Parlem? Hablamos?” (“Parliamoci?” in catalano e castigliano), altre migliaia si sono riunite per chiedere un dialogo fra le parti. Lo stesso è successo di fronte al municipio di Barcellona.
Madrid ha deciso di dispiegare le forze speciali nelle infrastrutture strategiche della Regione. Aeroporto, stazioni e monumenti saranno presidiati fino al 18 ottobre, in vista di una possibile dichiarazione di indipendenza, che potrebbe arrivare martedì.
“Non serve una mediazione internazionale”
Il ministro degli esteri spagnolo, Alfonso Dastis, si è detto contrario ad una mediazione internazionale per risolvere la crisi catalana, ma rimane aperto al dialogo, precisando che il governo di Mariano Rajoy è pronto ad una serie di riforme.
Dastis lo ha detto in una intervista e le sue parole sono state ampiamente riprese oggi dalla stampa spagnola.
Una mediazione internazionale “non sarebbe di grande aiuto”, ha detto il ministro, ricordando che “il governo spagnolo deve difendere lo Stato di Diritto di fronte a un governo regionale che vuole portare a termine un golpe”, e in questo contesto una mediazione internazionale non ha senso. Dastis sostiene che Rajoy possiede “opzioni legali sufficienti” per rispondere ad una possibile dichiarazione di indipendenza (Dui).
Il ministro degli esteri ha comunque aggiunto che “il governo spagnolo è pronto a parlare di tutte le vie per una soluzione e di riforme”.
La battaglia continua anche sul piano economico. Dopo Caixa bank che si è spostata alle Baleari, oggi la società che gestisce la distribuzione idrica di Barcellona, ha cambiato la sua sede sociale spostandosi… a Madrid.
Intanto la preoccupazione cresce anche in Europa. Oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel in una telefonata con il presidente della Commissione europea Jean Claude Junker ha parlato della crisi spagnola. L’invito è sempre quello di trovare una soluzione tra le parti. Soluzione però che al momento sembra un miraggio.
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