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Mari e corsi d’acqua, la minaccia di guanti e mascherine

Si è molto parlato degli effetti benefici per l'ambiente dovuti alla riduzione dell'attività e dei trasporti durante la pandemia di coronavirus. Ma le misure per frenare il covid-19 hanno portato a un'altra forma di inquinamento che preoccupa chi ha a cuore l'ambiente marino, quella legata a guanti e mascherine usa e getta. La radiotelevisione svizzera ne ha parlato con il fondatore dell'Organizzazione Opération Mer Propre (operazione mare pulito)

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Opération mer propre è un’organizzazione basata ad Antibes, in Francia, che si occupa della salvaguardia dei fondali di mari, laghi e corsi d’acqua tramite immersioni per la raccolta di rifiuti. Molti dei suoi membri sono tornati ad immergersi dopo la quarantena e si sono ritrovati davanti a una situazione preoccupate (anche se non inattesa) trovando nel Mediterraneo guanti di gomma che galleggiano come meduse e mascherine gonfie d’acqua adagiate sul fondale.

Con la grande quantità di questi oggetti ordinati dagli Stati per far fronte alla pandemia si teme che l’inquinamento che provocano diventi paragonabile a quello provocato dalle bottiglie di plastica, dice alla Radiotelevisione svizzera il fondatore dell’ong, Joko Peltier.

L’appello che l’organizzazione lancia è quindi quello di prediligere l’uso di mascherine riutilizzabili in tessuto oltre naturalmente quello di buttare le usa e getta nella spazzatura.

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