Siria, migliaia di civili in fuga dai raid turchi
L'operazione militare della Turchia nel nord-est della Siria ha messo in fuga decine di migliaia di civili curdi e allarma la comunità internazionale, che teme una catastrofe umanitaria nonché la liberazione dei combattenti dell'Isis detenuti nelle prigioni curde. Intanto il presidente turco Erdogan, in risposta alla condanna dell'UE, minaccia di aprire le frontiere verso il vecchio continente a 3 milioni e mezzo di profughi siriani.
L’intenzione di Ankara è creare una zona di sicurezza tra i due Paesi per allontanare i curdi, che considera terroristi -sarebbero 60’000 i civili già in fuga- e trasferire i profughi siriani in questa striscia di territorio.
Nel pomeriggio di giovedì, oltre che sul campo, la battaglia si è combattuta sui mezzi d’informazione: difficilmente le informazioni provenienti dai due fronti sono verificabili in maniera indipendente.
La Turchia saluta la liberazione di due villaggi dalle milizie curde dell’Unità di protezione popolare, con l’uccisione di 109 militanti.
Le Forze democratiche siriane, a guida curda, riferivano di aver respinto l’assalto di cellule dormienti dell’esercito di occupazione turco vicino a Ras al-Ayn, la cittadina di frontiera dove mercoledì è iniziata l’offensiva.
Si parla di una prima decina di morti civili sul confine, anche in territorio turco, raggiunto da colpi di mortaio. I curdi denunciano invece il bombardamento di un carcere dove sono detenuti i combattenti dell’autoproclamato Stato Islamico.
Una dura condanna dell’offensiva turca, è arrivata giovedì anche dal consigliere federale Ignazio Cassis, responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri, sentito dal TG della RSI.
Ospite dell’edizione serale del TelegiornaleCollegamento esterno anche Anna Bernasconi, giornalista del settimanale di approfondimento Falò che di recente ha visitato, nel nord della Siria, i campi di prigionia che ospitano donne e bambini dell’Isis [ascolta il suo intervento quiCollegamento esterno]. La stessa area che, secondo fonti curde, sarebbe ora bersaglio di bombardamenti.
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