Disastro ambientale nel Mediterraneo orientale
Ha toccato lunedì anche le coste del Libano, la marea nera che da giorni aveva raggiunto il litorale israeliano. Il disastro ecologico, definito il peggiore degli ultimi decenni in Israele, è stato attribuito a una non meglio precisata fuoriuscita di petrolio da imbarcazioni al largo e si propaga a tutta la fascia costiera del Mediterraneo orientale, anche a causa delle mareggiate e del vento forte spirato negli ultimi giorni nell'area.
Il premier libanese uscente Hassan Diab ha chiesto ai ministri competenti “di agire di conseguenza per riparare i danni causati da questa fuoriuscita di petrolio”. Il contingente delle Nazioni Unite schierato nel sud del Paese -l’Unifil, che dispone di una forza marittima- è stato intanto informato delle misure che saranno intraprese da Beirut.
Il ministero dell’ambiente israeliano ha invece fatto sapere, proprio lunedì, che un giudice ha imposto il silenzio stampa sui dettagli dell’indagine che riguardano lo sversamento di greggio che sta deturpando l’intera costa dello Stato ebraico. Il dicastero aveva attivato una procedura d’emergenza e richiesto informazioni dettagliate all’Ente europeo per il traffico marino per ricostruire i movimenti di alcune navi.
In seguito alle quantità di catrame accumulatesi sulla costa mediterranea, agli israeliani è stato vietato di bagnarsi in mare fino a nuovo ordine per proteggere la loro salute. Alcune tartarughe marine coperte di una sostanza viscida nera sono morte.
I media, che hanno definito inusuale tale ordine giudiziario, riferiscono che il silenzio stampa vale una settimana e impedisce la pubblicazione di ogni particolare della vicenda, inclusi quelli che possano far identificare i sospetti, la nave coinvolta, il carico trasportato, i porti di destinazione e partenza. Il ministero, interpellato dal quotidiano Haaretz, si giustifica così: “la pubblicazione in questo momento sensibile potrebbe danneggiare una complessa indagine con risvolti internazionali”.
Sulle spiagge, dove si è assistito a un graduale arrivo della macchia di greggio, è vietato non solo fare il bagno ma anche praticare attività sportiva e accamparsi. Quantità più o meno grandi di liquido oleoso hanno raggiunto diversi tratti del litorale, dal confine a nord col Libano fino a sud con la striscia di Gaza.
Nel servizio RSI, i sospetti delle associazioni ambientaliste e le difficoltà nelle operazioni di bonifica.
Il premier Benyamin Netanyahu ha compiuto domenica un sopralluogo a sud di Tel Aviv per verificare la gravità dell’inquinamento. Lunedì, il presidente Reuven Rivlin ha visitato la spiaggia di Herzliya e ha commentato: “Quello che abbiamo visto è un pugno nell’occhio e una pena. […] Dobbiamo lavorare a un piano di protezione nazionale ambientale per assicurarci che eventi di questo tipo non ci prendano di sorpresa”.
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 24.02.2021)
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