A Hong Kong, la candidatura dell'ex leader del Movimento degli ombrelli del 2014 Joshua Wong alle elezioni distrettuali è stata rigettata. L'attivista accusa la Cina di aver spinto i funzionari locali a completare la "missione politica" di escluderlo. Intanto, la governatrice Carrie Lam nega l'ipotesi secondo cui la Cina vorrebbe sostituirla a marzo alla guida della regione amministrativa speciale, come riferito dal Financial Times.
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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 29.10.2019)
In conferenza stampa, Lam ha parlato di “voci”e ha ricordato la smentita del ministero degli Esteri cinese.
“Il governo centrale è stato molto d’aiuto e resta fiducioso che io, il mio team e il governo di Hong Kong, in particolare la polizia, saremo in grado di gestire la situazione, porre fine alle violenze e riportare la normalità il prima possibile”.
“Chiare ragioni politiche”
Joshua Wong, che è tra gli attivisti più in vista nelle proteste che da quasi cinque mesi stanno scuotendo la città, è stato squalificato dalla consultazione del prossimo 24 novembre poiché la sua candidatura non rispetterebbe le condizioni previste dalle leggi elettorali.
La difesa o la promozione dell’autodeterminazione dell’ex colonia britannica, ha spiegato il governo, sono incompatibili col requisito secondo cui i candidati devono sostenere la costituzione locale (Basic LawCollegamento esterno) ed esprimere lealtà a Hong Kong.
Un bando che “ha chiaramente ragioni politiche”, contesta il diretto interessato.
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“La cosiddetta ragione è giudicare soggettivamente le mie intenzioni sul sostegno alla Basic Law”, ha dichiarato Joshua Wong, “ma ognuno conosce la vera motivazione che è la mia identità”. “Mai ho richiamato l’indipendenza come opzione”.
Nelle comunicazioni governative, senza mai essere citato direttamente, Wong è l’unica persona a essere stata esclusa dalle elezioni distrettuali. L’attivista ha accusato la Cina di aver spinto i funzionari locali a completare la “missione politica” di escluderlo.
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