Lo Stato islamico ha rivendicato l’attentato che ieri a Beirut ha ucciso 44 persone e ne ha ferite più di 200. Il duplice attacco kamikaze ha colpito la roccaforte di Hezbollah nella capitale libanese, il movimento sciita già bersaglio dei gruppi sunniti per il suo sostegno militare a Bashar al Assad nel conflitto siriano.
Meno di un mese fa il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva rivendicato il ruolo decisivo del movimento nella guerra in Siria contro i ribelli sunniti del presidente alauita Bashar al Assad.
Dall’inizio del 2013 le rappresaglie in Libano sono state numerose, una decina gli attacchi, ma questo dell’ISIS è certamente il più cruento. Un attentato che dopo diversi mesi di relativa calma riaccende i contrasti politici e confessionali in paese in cui convivono, in un equilibrio precario, numerose confessioni religiose.
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