La BCE in soccorso all’economia UE, guida alla manovra di Draghi
Cosa è e quali sono gli effetti della Quantitative Easing decisa dall'Eurotower
Il presidente della BCE Mario Draghi ha annunciato un vasto programma di politica monetaria per risollevare le sorti del’economia europea. Il piano, denominato Quantitative Easing, prevede l’acquisto di titoli di Stato dei paesi UE per un ammontare di 60 miliardi di euro al mese, fino al settembre del 2016 o almeno fino a quando il tasso di inflazione non si avvicinerà al 2% ha precisato il governatore.
Cosa significa e cosa è il Quantitative Easing (QE)?
Letteralmente QE può essere tradotto in “allentamento quantitativo” e indica una misura di politica monetaria che ha lo scopo di stimolare la crescita e di prevenire lo spettro della deflazione attraverso l’immissione di liquidità nel sistema. In concreto la Banca centrale batte moneta per acquistare titoli finanziari, nel caso specifico bond sul debito pubblico dei paesi UE, favorendo così un’espansione monetaria che possa consentire il rilancio dell’economia. Si tratta di uno strumento non convenzionale imposto per certi versi dalla situazione in cui versa l’Eurozona.
Perche la BCE ha adottato questo strumento?
In un certo senso la scelta dell’Eurotower è obbligata. Lo scenario in cui si dibatte buona parte delle economie europee è quello più temuto da tutti gli economisti, vale a dire quello della stagnazione economica a cui si aggiunge la piaga della deflazione. L’economia è paralizzata dal momento che la prospettiva che il valore di merci e servizi diminuisca nel tempo disincentiva la propensione a investire. Ma di fronte alla grave crisi che ha colpito l’UE, la BCE non può più agire sui tassi, come riportano i manuali di economia, poiché essi sono ormai scesi sotto lo zero. Vanno quindi trovate strade alternative e tra di queste figura l’ipotesi classica di battere nuova moneta.
Come funziona il Quantitative Easing
Gli effetti sul sistema del QE sono molteplici. Innanzitutto la maggiore massa monetaria si riflette sui prezzi il cui livello dovrebbe riprendere ad aumentare, e questo sarebbe indubbiamente un beneficio per l’economia stagnante. Ma la misura riduce anche il rendimento dei titoli di Stato sul lungo periodo, facendo diminuire da un lato il famigerato spread (il differenziale di rendimento dei titoli sul debito pubblico decennali) che angustia tanto i paesi mediterranei dell’UE e dall’altro assicurando una prospettiva di tassi bassi che favoriscono investimenti e occupazione.
Cosa cambia nella vita quotidiana
Gli effetti positivi che possono derivare dal QE sono dati essenzialmente dalla potenziale ripresa economica, quindi più lavoro e più profitti che potrebbero riverberarsi all’intero sistema. Anche i piccoli risparmiatori, che attualmente non godono di interessi allettanti, ad esempio sui soldi depositati in un conto bancario o investiti in obbligazioni, vedrebbero verosimilmente migliorare la loro situazione. I mutui ipotecari dovrebbero sostanzialmente continuare ad essere bassi, almeno fino al momento di una forte ripresa dell’economia che però al momento sembra difficilmente ipotizzabile. Il consumatore non potrà più contare su prezzi in discesa ma in definitiva oggi, con i salari erosi dalla crisi e dalle tasse, quanto è realmente in grado di spendere?
Cosa cambia per imprese e lavoro
La maggiore massa monetaria in circolazione, oltre ad essere di stimolo all’economia, accentuerà il deprezzamento dell’euro rispetto alle altre valute, in particolare riguardo al dollaro che si sta rafforzando sulla spinta della congiuntura statunitense e della nuova politica monetaria impressa dalla Federal Reserve che ha invertito rotta sui tassi. E la svalutazione dell’euro, in un contesto di calo dei prezzi energetici sulla scia delle quotazioni del petrolio, costituisce un traino fondamentale per le esportazioni e il rilancio dell’economia degli asfittici paesi UE. E in un certo senso la mossa della BCE appare più che tempestiva.
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Il commento di Tommaso Monacelli (Università Bocconi)
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