La (cattiva) salute dei laghi lombardi
Approfondimento sul rapporto di Legambiente: i parametri, i luoghi monitorati, i ritardi infrastrutturali, gli abusi, il buon esempio dei vicini piemontesi e svizzeri
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Lago Maggiore, Ceresio e Lago d’Iseo sono sorvegliati speciali di Legambiente Lombardia, che negli scorsi giorni ha concluso la campagna di monitoraggio delle acque ‘Goletta dei Laghi 2014′. Dalle analisi microbiologiche in 58 siti –distribuiti anche su Lario, Garda e Lago di Varese- è emerso che soltanto 20 rientrano nei limiti di legge. Degli altri 38, 12 risultano inquinati e 26 fortemente inquinati.
La presenza eccessiva di batteri d’origine fecale è dovuta alla vetustà o inefficienza degli impianti fognari e depurativi, ma non sono assenti scarichi a lago abusivi o non controllati.
In peggior salute appaiono le acque della sponda lombarda del Verbano: su 8 misurazioni, neppure un risultato positivo. Sul litorale italiano del Ceresio sono state analizzate in 6 siti: 5 i responsi negativi. Capillari i controlli sul Lago d’Iseo: 12 punti monitorati, scelti –qui come negli altri bacini- in base a situazioni di rischio conosciute dai circoli di Legambiente o segnalate da privati cittadini.
Dai risultati di ‘Goletta dei Laghi’ non dipende la balneabilità: a decretarla sono le Aziende sanitarie locali in Lombardia, e le Agenzie regionali per la protezione ambientale in Piemonte e Veneto. Scopo di Legambiente è invece avviare una riflessione a lungo termine, ma neppure tanto lungo: una direttiva europea -ci spiega la direttrice di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto- chiede di raggiungere lo ‘stato ecologico buono’ per tutti i corsi d’acqua superficiali entro il 2015.
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