Continua a essere un mistero quanto successo martedì in Crimea, dove numerose esplosioni hanno danneggiato una base aerea russa, causando almeno un morto e diversi feriti. C'è chi parla di incidente, chi di sabotaggio.
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tvsvizzerait/fra con Keystone-ATS
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La guerra in Ucraina è arrivata fino in Crimea e nel cuore della difesa russa nella penisola. Un’importante base aerea, ponte per le attività della flotta di Vladimir Putin nel Mar Nero, è stata danneggiata da diverse esplosioni, alcune delle quali molto potenti, che sono state avvertite a decine di chilometri di distanza. Provocando anche un morto e 13 feriti, tra cui due bambini. Per Mosca si è trattato di un semplice incidente in un deposito di munizioni. Ufficialmente Kiev ha negato di conoscere la causa delle esplosioni, ma fonti militari ucraine hanno fatto sapere che si è trattato di un loro attacco.
Poco dopo è arrivato il tweet del consigliere presidenziale Podolyak, che è suonato come una rivendicazione di fatto. “Il futuro della Crimea sarà quello di essere una perla del Mar Nero, un parco nazionale con una natura unica e una località turistica mondiale. Non una base militare per terroristi”, ha scritto l’uomo più fidato di Zelensky. Concludendo il messaggio con un avvertimento al nemico: “Questo è solo l’inizio”.
Se fosse realmente un raid ucraino, si tratterebbe di una significativa escalation nel conflitto e un primo attacco in grande stile su un territorio considerato sacro per Putin, diventato parte integrante alla Russia dopo l’annessione del 2014.
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