Dopo l'attacco a un convoglio umanitario e alla fine del cessate il fuoco, la situazione si fa complicata. Intanto l'Onu ha sospeso gli invii di aiuti umanitari
In Siria le Nazioni Unite sospendono l’invio di aiuti dopo l’attacco al convoglio umanitario avvenuto ieri sera. Gli Stati Uniti puntano il dito contro Damasco. E dopo la fine, ieri, del cessate il fuoco gli sforzi diplomatici appaiono sempre più vani.
Il giorno dopo l’attacco al convoglio umanitario la scena appare più chiara. Sotto i missili sarebbero morti una ventina di civili, distrutti sono almeno 18 dei 31 camion con gli aiuti destinati ai 78mila abitanti dei quartieri di Aleppo controllati dai ribelli.
Mentre per ora non è arrivata una presa di posizione né da Mosca né da Damasco, durissima è stata la reazione delle Nazioni Unite, di tutto il blocco occidentale e delle ONG, tra cui anche il Comitato internazionale della Croce Rossa. Se l’attacco è stato deliberato è un crimine di guerra, ha detto l’inviato ONU per la Siria Staffan de Mistura. Mentre l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari ha ordinato in tutto il paese la sospensione di tutti i convogli umanitari.
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