I giganti della rete bloccano Trump
Il social network Parler, la piattaforma scelta dal presidente americano Donald Trump, è infatti stato rimosso dagli app store di Apple e Google. Amazon, che ospita i server del servizio di microblogging, li ha inoltre disabilitati domenica 10 gennaio.
Tutte e tre le grandi aziende hanno motivato la cancellazione con la scarsissima moderazione presente sul sito, che permette di scrivere di tutto, inclusi riferimenti e incitamenti a odio e violenza e in molti lo ritengono parte in causa nell’assalto al Congresso USA dello scorso mercoledì.
Da parte sua il Ceo di Parler John Matze ha spiegato che la piattaforma potrebbe restare offline una settimana, il tempo di trovare un nuovo server. Nel contempo il social network conservatore fa causa ad Amazon per violazione antitrust e violazione del contratto.
Cos’è Parler?
Il servizio di microblogging statunitense Parler è stato lanciato nell’agosto del 2018 e, tra i suoi utenti, una larga fetta è rappresentata da sostenitori di Donald Trump, così come da estremisti di destra, complottisti e sostenitori della teoria di QAnon. Il social network garantisce infatti regole di moderazione molto più blande rispetto ai più noti concorrenti, e per questo si trovano spesso contenuti violenti e discriminatori che altrove verrebbero rimossi più o meno prontamente dai moderatori.
Parler si autodefinisce paladino della libertà di parola, “garantendo al contempo i diritti e la privacy dei membri della comunità”. Un altro aspetto su cui punta il social network è la “fiducia”: tutti i dati personali restano riservati e non vengono mai venduti a terzi. Dal sito sono inoltre esclusi, sempre secondo la società, bot e robot, grazie a una procedura di verifica tramite email e numero di telefono.
Parler è (era) disponibile anche in Italiano e, secondo la società, a novembre 2020 il servizio contava circa 4 milioni di utenti attivi e oltre 10 milioni di utenti totali.
tvsvizzera.it/fra con RSI
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