Livello del Verbano, “Ridiscutiamo il Protocollo ma intanto va rispettato”
Disponibilità elvetica a rivedere l’accordo del ’45 dopo le sperimentazioni unilaterali italiane, ma va risolta la questione delle piene
Negli ultimi anni sulle rive italiane del Lago Maggiore ci si è sbizzarriti in merito alle possibili varianti del livello delle acque. Su pressioni delle varie categorie, (ambientalisti, contadini, produttori idroelettrici) Roma aveva autorizzato a titolo sperimentale l’innalzamento di mezzo metro del lago (un metro e mezzo al di sopra dello zero idrometrico) nel periodo estivo per garantire un deflusso minimo del fiume Ticino. Senza peraltro informare Berna, con cui vige un accordo internazionale stipulato negli anni ’40.
Dopo il dietro-front ordinato del Ministero italiano dell’ambiente, destinatario di una segnalazione giunta dalla Confederazione, lo scorso 22 luglio è intervenuta l’intesa, tutta italiana, in Regione Lombardia tra Roma, Consorzio Ticino, parchi e Coldiretti: nelle prossime settimane il Verbano potrà salire di 25 centimetri (invece dei 50 fissati durante la passata sperimentazione) oltre la soglia stabilita dal Protocollo, in attesa di una revisione organica dell’intera materia.
Ma per il momento Berna (né tantomeno Bellinzona), che pure aveva espresso disponibilità a ridiscutere il Protocollo, non ha ricevuto comunicazioni ufficiali sugli ultimi sviluppi. E comunque – pare filtrare da parte elvetica – un nuovo regolamento dovrà essere rinegoziato tenendo presente anche della questione delle piene autunnali, che la diga della Miorina a Sesto Calende non è in grado di gestire in modo soddisfacente.
Leonardo Spagnoli
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