Lo scandalo dei Panama Papers, che sta facendo tremare più di un capo di governo, ha fatto la sua comparsa anche nei lavori dei ministri delle finanze del G20 riuniti a Washington per il vertice del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.
L’obiettivo dei ministri, con in testa i rappresentanti europei, è quello di combattere più efficacemente i paradisi fiscali in cui si celano capitali sottratti al fisco attraverso una maggiore trasparenza e l’estensione dello scambio di informazioni. In questo ambito si profila la creazione, proposta soprattutto dal Vecchio Continente, di un registro internazionale anti-riciclaggio e una specie di scambio automatico di informazioni sulle attività delle società offshore.
Iniziative condivise anche dalla Svizzera, come ha sottolineato il direttore del Dipartimento federale delle finanze Ueli Maurer, a condizione che le regole valgano per tutti. Non è infatti passato inosservato all’incontro che lo scandalo panamense abbia curiosamente risparmiato la discussa piazza finanziaria statunitense del Delaware.
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