Pensioni, non si fermano le proteste in Francia
Gli oppositori alla riforma delle pensioni voluta dal presidente francese Emmanuel Macron sono scesi nuovamente in strada a protestare venerdì dopo la presentazione del progetto al Consiglio dei ministri, tappa precedente all'esame da parte del Parlamento.
Al corteo parigino hanno partecipato tra le 350’000 e le 400’000 persone secondo la confederazione sindacale Cgt, altrove in Francia un totale di 80’000 manifestanti si sono radunati in un’altra trentina di città, secondo quanto stimato dall’agenzia afp.
Alla precedente manifestazione, il 16 gennaio, i sindacati avevano contato a Parigi 250’000 persone, le autorità 23’000.
Emmanuel Macron, nel corso del consiglio dei ministri a Parigi, ha denunciato “gli atti di violenza e la radicalità di alcuni blocchi” nel quadro delle proteste contro la riforma presentata dal governo venerdì.
Il presidente ha inoltre invitato alla “più grande fermezza nei confronti dei loro autori”. “L’odio, l’intimidazione verso gli altri, su pretesto di divergenze siano esse politiche o sindacali, non possono mai essere accettabili”, ha avvertito,
Presente al corteo parigino anche Pilippe Martinez che a proposito della riforma ha detto: “Tutti hanno capito una cosa sola: che lavoreremo più a lungo”.
Mobilità perturbata
Dopo un breve periodo di normalità, sono tornati anche i problemi legati alla mobilità, specialmente ferroviaria. Funzionano quasi normalmente solo i collegamenti internazionali da e per Parigi e i Tgv.
Il direttore delle ferrovie nazionali Sncf ha lanciato venerdì un appello ai macchinisti, “scioperanti e non”, pregandoli di “unirsi in un futuro comune nell’obiettivo di fornire il miglior possibile servizio per i clienti”.
Dal 5 dicembre, quando sono cominciate le proteste e gli scioperi, viaggiare nin Francia è in effetti diventato più ostico. Approfondiamo questo aspetto nel prossimo servizio della Radiotelevisione svizzera.
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