Comprende, tra l'altro, 3 miliardi di euro supplementari e facilitazioni per i turchi che viaggiano in Europa; l'accordo vero e proprio tra dieci giorni
A Bruxelles, il vertice dei leader dell’Unione Europea con la Turchia sulla crisi dei migranti si è chiuso lunedì sera con un’intesa di principio. Per arrivare a un accordo vero e proprio bisognerà però aspettare ancora 10 giorni e quindi un ennesimo summit, che sembra rappresentare davvero l’ultima possibilità.
Le carte sul tavolo dei negoziati sono cambiate più volte nel giro di pochi giorni, e molto in fretta. Solo l’intesa è lenta ad arrivare. Il piano di massima messo a punto la settimana scorsa tra i leader dell’Unione Europea e la Turchia è stato stravolto domenica sera, quando il premier turco ha incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier olandese Mark Rutte.
Il presidente del consiglio europeo Donald Tusk, scavalcato, ha dovuto ingoiare il rospo e presentare i punti su cui potrebbe vertere l’accordo da raggiungere il 17 marzo.
“Lavoreremo a un’intesa basata su questi punti”, spiega. “Il ritorno in Turchia dei migranti irregolari sbarcati in Grecia, l’accelerazione nelle procedure per permettere ai cittadini turchi di viaggiare negli Stati dell’UE senza visto, lo sblocco di 3 miliardi di euro di fondi supplementari da destinare ai rifugiati siriani che si trovano in Turchia, la preparazione all’apertura di nuovi capitoli nelle trattative di ingresso della Turchia nell’Unione Europea e il ricollocamento dei migranti siriani su una base di uno a uno.”
Insomma, per ogni siriano riammesso dalla Turchia, un altro sarà ridistribuito agli Stati europei: lo scopo è incoraggiarli a non spostarsi verso l’Europa e attendere in Turchia la loro destinazione, mettendo così fine agli affari dei trafficanti di uomini.
Questo nuovo piano piace a Germania, Francia e Italia. Troverà però una forte opposizione da parte dell’Ungheria, di Cipro e degli Stati centrorientali.
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