Nuovi afflussi record di migranti sono stati segnalati oggi alla frontiere fra Serbia e Ungheria che sta diventando il nuovo centro di tensione sul fronte dei profughi. Ma anche più a nord, fra Ungheria e Austria, la situazione è critica. Vienna ha deciso di interrompere il transito ferroviario sul confine mentre piccole aperture vengono dalla Danimarca, che aveva chiuso i valichi doganali.
Sul piano politico c’è da registrare il crescente isolamento della Germania, supportata solo dalle istituzioni europee, nella sua battaglia in favore dell’accoglienza dei profughi. Da Bruxelles intanto viene espresso l’auspicio che anche la Svizzera partecipi al nuovo sistema di distribuzione dei migranti.
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Riaperti i collegamenti dalla Danimarca
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Le ferrovie danesi hanno revocato il blocco messo in atto per impedire l’accesso a treni su cui viaggiavano centinaia di rifugiati. Il traffico ferroviario è quindi tornato alla normalità, ma restano le polemiche.
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Papa Francesco è tornato ad esortare i fedeli ad aiutare i migranti. “Se le chiese rimangono chiuse, non sono chiese ma musei”, ha detto il pontefice. E molte si stanno già attrezzando per alloggiare numerosi profughi sbarcati nella Penisola mentre i vescovi italiani hanno annunciato che ne accoglieranno centomila. Da Roma il reportage del TG…
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La gestione dei migranti in arrivo in Europa non è uguale ovunque. Infatti, mentre dalla Germania sono arrivate immagini di gioia per chi è stato accolto con organizzazione e spirito solidale, in Ungheria si registrano ancora tensioni tra i rifugiati e le forze dell’ordine.
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La Germania ha deciso di stanziare sei miliardi di euro per gestire lo straordinario afflusso di rifugiati, la metà dei quali destinati ai Länder che li ospiteranno. Aumenta però nel frattempo la pressione su Angela Merkel: per i suoi oppositori la sua politica di accoglienza sta creando un pericoloso precedente.
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