Il viceministro greco della Difesa Alkiviadis Stefanis ha dichiarato domenica che le autorità elleniche hanno impedito l'ingresso di 9'600 profughi che premono sulla frontiera con la Turchia.
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tvsvizzera/reuters/ats/spal con RSI (TG del 2.3.2020)
Ma secondo fonti dell’Ue, che ha convocato una riunione urgente dei ministri degli Esteri, sarebbero in totale 80’000 i migranti che si avviano ad oltrepassare le frontiere europee.
Per il secondo giorno consecutivo la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni per respingere i migranti al valico di Kastanies. Il ministro greco ha anche accusato Ankara di aver orchestrato l’attuale crisi al confine dal momento che “non solo non li ferma ma li aiuta”.
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L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) stima che il loro numero si aggiri intorno a 13’000 e Atene ha posto le sue frontiere in stato di massima sicurezza dopo che la Turchia ha deciso di non bloccare più il flusso di profughi verso l’Europa. Fonti dell’Oim riferiscono che sabato sera diversi camion hanno caricato stranieri in numerose città turche per condurli nelle zone di confine e almeno 500 di loro sono approdati domenica mattina nelle isole di Lesbos, Samos e Chios.
Il cambiamento di strategia di Ankara, in violazione dell’accordo del 2016 stipulato con i paesi Ue, è stato annunciato giovedì scorso a causa dell’intensificazione dei combattimenti nella regione siriana di Idlib che stanno provocando un nuovo flusso di profughi verso il territorio turco. Il governo rimprovera all’Ue di ritardare il versamento dei fondi promessi per la presa a carico di 3,7 milioni di rifugiati siriani.
La Grecia ha costituito la principale porta d’entrata per centinaia di migliaia di profughi provenienti da Asia e Africa nel corso della crisi migratoria del 2015-2016 e attualmente ne ospita oltre 40’000 nei sovraffollati campi edificati sulle isole dell’Egeo.
Proprio negli scorsi giorni ci sono stati scontri tra forze di polizia e abitanti di Lesbos che si oppongono alla creazione di un nuovo centro profughi sull’isola.
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